Salvare la vita ad Alfredo Cospito, in nome della democrazia

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Le condizioni di salute dell’anarchico Alfredo Cospito stanno peggiorando e la sua storia sta diventando, ogni giorno di più, lo specchio di cosa significhi il carcere duro in una democrazia. Il precipitare della situazione è stato denunciato in queste ultime ore dal legale di Cospito, l’avvocato Flavio Rossi Albertini, che ha sottolineato come i medici siano allarmati dal peggioramento dello stato fisico dell’uomo, tanto che gli hanno somministrato degli integratori, poiché ha perso già 35 chili dall’inizio dello sciopero della fame, attuato in forma di protesta contro il regime di carcere duro. Alfredo Cospito è detenuto per aver fatto esplodere nel 2006 due ordigni a bassa intensità in una scuola di allievi carabinieri in provincia di Cuneo; l’esplosione non ha causato morti, feriti o danni gravi. A luglio scorso il reato contestato è divenuto quello di “strage ai danni dello Stato” mentre in precedenza era stata contestata la finalità terroristica. La strage in danno dello Stato è il reato più grave previsto dall’ordinamento vigente in Italia e può essere applicata la pena dell’ergastolo. Cospito, 55 anni di Pescara, si trova in carcere in regime duro, cosiddetto 41 bis; dal 20 ottobre ha smesso di mangiare con gravi conseguenze fisiche. Prima del 41 bis era nel settore alta sicurezza. La sua storia ha già portato a numerose prese di posizione, tra le altre quella di Patrizio Gonnella dell’Associazione Antigone, che ha scritto: “I regimi differenziati – come ad esempio il 41-bis – incidono significativamente sulla vita e i diritti delle persone recluse. Riducono notevolmente le occasioni di socializzazione, le possibilità di partecipazione alle attività interne all’istituto penitenziario nonché le relazioni con il mondo esterno. Sostanzialmente intervengono eliminando ogni opportunità di aderire a progetti di reintegrazione sociale”. Nelle ultime ore e in attesa dell’esito del ricorso in Cassazione si sono moltiplicate le iniziative di solidarietà, da Nessuno tocchi Caino a Radio Radicale, da Zerocalcare agli attivisti in varie città italiane.

 

 

(La manifestazione del 27 dicembre in favore di Cospito – Foto Ansa)


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