Criticare l’abusivismo edilizio è possibile. Assolta la responsabile di Legambiente a Terracina

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La critica politica si può ancora fare in Italia, pur rischiando pesanti procedimenti penali per diffamazione. La storia della Presidente del Circolo Legambiente di Terracina, nel Lazio, è emblematica in tal senso e segna da un lato l’involuzione della dialettica politica, dall’altro il riconoscimenti ai corpi intermedi del diritto di critica. Un’ordinanza del gip del Tribunale di Latina, Giuseppe Cario, afferma proprio questo diritto, prosciogliendo dall’accusa di diffamazione Anna Giannetti, presidente del circolo Legambiente, che era stata denunciata da un amministratore del posto, Pierpaolo Marcuzzi, in relazione alle critiche mosse su un permesso a costruire su una vecchia colonia per bambini destinata, con le nuove autorizzazioni, a diventare un palazzo con numerosi appartamenti per civili abitazioni, probabilmente seconde case visto che si trova a due passi dal mare. Il politico aveva presentato querela per diffamazione ma la stessa Procura aveva chiesto da subito l’archiviazione, cui l’autore della denuncia si era opposto chiedendo la prosecuzione delle indagini. Secondo i legali della Giannetti le contestazioni rientravano nell’ambito della libera critica e contrapposizione politica, volta anche a sensibilizzare l’opinione pubblica sulla necessità di garantire la tutela dell’ambiente e del territorio da eventuali scempi urbanistici. Il gip ha ritenuto che le affermazioni fatte dalla responsabile di Legambiente fossero scriminate dalla libertà di espressione e critica, un diritto riconosciuto dalla Costituzione all’articolo 21 appunto. Va ricordato che le azioni legali infondate contro comitati civici e associazioni che si registrano in Italia negli ultimi tempi sono parte della relazione sottoposta all’attenzione del Parlamento Europeo in vista dell’approvazione della Direttiva Anti Slapp.


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