Elezioni: la tv fagocita la campagna. Quale partecipazione popolare?

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L’allarme lanciato su questo nostro sito da Vincenzo Vita il 28 luglio scorso rischia di diventare un j’accuse già nei prossimi giorni se non ci sarà vigilanza istituzionale sulle trasmissioni elettorali pronte a partire su tutte le reti. Vincenzo Vita ha usato parole molto ferme e chiare: la legge 28 del 2000, quella definita della ‘par condicio’, sulla cui applicazione dovrebbe vigilare l’Agenzia delle Comunicazioni (AGCOM), viene violata sistematicamente già da tempo e senza che qualcuno sanzioni.
Tutto questo quando ancora non è stata definita la discesa in campo delle ammiraglie dell’informazione televisiva. Ora se ne conoscono i programmi. Vediamo quali sono rete per rete.
Rai
Agorà estate ampliata di due ore, fino a mezzogiorno; Mezz’ora in più rinuncia alla pausa
estiva; TG2 post, va in prima serata il giovedì; Porta a Porta e Carta bianca anticiperanno
la ripresa e il nuovo programma Il cavallo e la torre, già programmato per il 5 settembre,
anticiperà di due settimane.
Mediaset
Controcorrente – Prima serata oltre all’approfondimento quotidiano proporrà cinque speciali: il 2, il 9, il 16, il 21 e il 23 agosto; Diritto e Rovescio, Quarta repubblica e Fuori dal coro anticipano i rientri, rispettivamente il 25, il 29 e il 30 agosto; Stasera Italia riprende il 12 settembre
La 7
La corsa al voto, ogni lunedì e mercoledì in prima serata; Non è l’arena riprenderà l’11
settembre.
SkyTg24
Confronto, trasmissione in chiaro nel quale i candidati si confronteranno direttamente.
Questo il quadro completo. Se si pensa che tutto questo avverrà in piena estate, con gli italiani che dopo due anni e mezzo di pandemia, la crisi economica, la siccità, la crisi di governo hanno assoluto bisogno di staccare la spina al mare, in montagna o in campagna si capisce bene quale importanza avranno le comparsate televisive. Da qui l’immediata, lucida analisi di Vincenzo Vita: cosa succederà senza una vera, seria vigilanza sul rispetto della ‘par condicio’?

Infine la constatazione più amara. Da attivi democratici pronti ad impegnarci per scegliere, valutare, consigliare, e pronti a partecipare a tutte le iniziative pubbliche nella quali poter discutere sul futuro nostro e dei nostri figli, ci trasformiamo in stanchi, distratti o anche infastiditi spettatori televisivi di proclami, slogan, promesse il più delle volte inattuabili. Forse la disaffezione al voto nasce anche da questa condizione.

Chi crede davvero nella democrazia deve ricostruire un clima di partecipazione
popolare che non sia affidata solo a comizi o manifestazioni di piazza, ma che riattivi le
iniziative nei quartieri, nei luoghi di lavoro, in tutti i momenti di socializzazione da cui far riprendere una vera passione per la politica, al posto di uno sterile discorso sulla distribuzione del potere. ‘Libertà è partecipazione’ cantava il grande Gaber: per converso,senza partecipazione non ci sarà libertà.


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