Un proiettile per la coordinatrice Fiom che è teste al processo contro lo scandalo appalti di Benevento

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Lei si chiama Rosita Galdiero, è una sindacalista, e due giorni fa qualcuno, per ora rimasto anonimo, le ha fatto recapitare in ufficio una busta chiusa contenente un proiettile, arrivata nella sede della Fiom a Roma, in corso Trieste 36, dove lavora come coordinatrice nazionale del settore Aerospazio, Impiantistica e Installazioni. Un’intimidazione evidente che ha causato sconcerto tra i colleghi e in tutto il mondo sindacale. Potrebbe essere l’ennesimo attacco al più grande sindacato d’Italia, ce ne sono stati molti, troppi purtroppo negli ultimi mesi. Eppure in questa vicenda va emergendo qualcosa di altro e di diverso. Rosita Galdiero è uno dei testimoni in un maxi processo che si sta celebrando a Benevento per uno scandalo legato ad appalti pubblici e subappalti di stazioni appaltanti di quella zona. La sua escussione in aula è prevista per i prossimi giorni e quel procedimento è stato aperto dalla Procura a seguito delle denunce fatte dalla Galdiero proprio contro le pessime pratiche legati agli appalti e ai subappalti. Dunque la sua potrebbe rivelarsi una testimonianza chiave. E’ ancora presto per parlare di un legame tra l’udienza imminente e l’atto intimidatorio già denunciato alla Procura di Roma.
“È un atto gravissimo contro l’organizzazione tutta, e l’ennesimo tentativo di intimidire la nostra compagna Rosita impegnata in questi anni nella lotta all’illegalità. – hanno dichiarato in una nota congiunta il segretario generale della Cgil, Maurizio Landini e il segretario generale della Fiom-Cgil, Michele De Palma – Quanto accaduto è stato subito denunciato agli organi ispettivi di polizia, spetta ora alla Magistratura individuare i responsabili. La Cgil, la Fiom e la compagna Galdiero non faranno mai un passo indietro rispetto alle lotte e alle battaglie portate avanti da sempre. Questi atti vili di intimidazione ci dicono che stiamo sulla strada giusta”.
(Rosita Galdiero nella foto di Fiom Cgil)


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