80 anni dalla Liberazione, verso il 25 aprile 2025

Il “fantasma” di Cosimo Di Lauro e la lezione umana di don Patriciello

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Il giorno in cui è morto Cosimo Di Lauro, da detenuto nel carcere di Opera, uno dei camorristi più noti, l’uomo che ha “ispirato” uno dei personaggi di Gomorra, mentre tutti ne descrivevano la biografia, mentre sui social molti lo dileggiavano, è arrivata una grande lezione di pietas umana e cattolica, nonché di legalità e di redenzione, sempre possibile. L’ha impartita a tutti noi con un post Padre Maurizio Patriciello, il prete che da sempre si batte contro la camorra e gli effetti devastanti della Terra dei Fuochi. Lo riportiamo volentieri di seguito.

“È morto. Solo. Dopo 17 anni di carcere duro. Era ancora giovane. È morto. Senza un conforto. Senza una carezza. Senza una preghiera. È morto come un miserabile. Eppure fu ricchissimo. Si chiamava Cosimo Di Lauro. Fu un camorrista spietato, vigliacco, sanguinario. Un vero terrorista. Nessuno mai lo amò. Nemmeno i genitori. Nemmeno i suoi fratelli. Suo padre firmò la sua condanna a morte. Giovani camorristi, fermatevi. Riflettete. Tornate indietro. Pentitevi. Godetevi la vita. Il fantasma di Cosimo Di Lauro vi tolga la pace e il sonno. Fratello Cosimo, so che tanti ti augurano l’inferno. Io, povero prete, ti affido alle mani del buon Dio. Che abbia pietà di te e della tua vita scellerata. E abbia pietà di noi, costretti a convivere con chi, come te, ha insanguinato e insanguina la nostra terra generosa e bella.
Padre Maurizio Patriciello”.


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