Una raccolta fondi a favore di Agitu Ideo Gudeta, assassinata il 29 dicembre scorso

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Una raccolta fondi a favore di Agitu Ideo Gudeta, la pastora trentina di 42 anni, di origine etiope, brutalmente assassinata il 29 dicembre scorso. Lo ha proposto, nei giorni scorsi, l’associazione “Amici dell’Etiopia”, allo scopo di portare avanti il sogno di Agitu e riportare la sua salma nel Paese natio. L’iniziativa, lanciata dal rappresentante della comunità etiope in Trentino Zebenay Jabe Daka, presidente dell’associazione proponente, ha ottenuto fin dalle prime ore un incredibile sostegno, segno dell’affetto con cui la pastora di 42 anni è ricordata nell’intera comunità trentina, ancora sconvolta da quanto avvenuto.

«Figlia dell’Africa, laureata in sociologia a Trento, formatasi nell’arte casearia in Francia, Agitu aveva saputo unire mondi, culture, persone, saperi. Oggi dobbiamo essere noi a unirci per lei e nel suo nome, facendoci carico dei suoi umili grandissimi sogni», scrivono i promotori della raccolta fondi, promossa lo scorso primo gennaio, nel giorno in cui avrebbe compiuto 43 anni.

Agitu è arrivata in Italia a 18 anni per ragioni di studio. Iscritta all’Università di Trento, dopo aver conseguito la laurea ha fatto ritorno in Etiopia, dove, assieme ad altri attivisti, ha fondato un’associazione per i diritti umani e per contrastare il “land grabbing”, una pratica illecita (e diffusa in tutta l’Africa) di accaparramento di terre da parte delle multinazionali. Osteggiata attraverso la minaccia e anche il ricorso alla violenza, si è vista costretta a fuggire dal proprio Paese, per chiedere asilo in Italia nel 2010. Estroversa, colta, instancabile e piena di idee, è riuscita a fare della propria esperienza una risorsa, cominciando una nuova vita come imprenditrice agricola a Frassilongo, in valle dei Mocheni, dove ha avviato un progetto di recupero territoriale (con l’allevamento della capra mochena, quasi estinta) e di valorizzazione dei prodotti tipici del settore lattiero-caseario. Diventata simbolo di integrazione, Agitu si è sempre battuta per i diritti umani e l’accoglienza, divenendo un simbolo

«Agi come la chiamano gli amici – continuano i promotori – non è stata solo un’imprenditrice di sogni. Per molti è stata un’amica, un esempio, uno stimolo a lavorare insieme per recuperare antichi saperi che, in questo nostro mondo post industriale, hanno avuto un successo imprevisto mostrando una strada, una possibilità di vita che era stata dimenticata. Per onorare la memoria di questa imprenditrice fiera e coraggiosa, per coltivare i suoi progetti, coloro che hanno voluto bene ad Agitu promuovono una raccolta fondi. Il suo gregge di capre non deve essere smantellato, le terre che lei aveva affittato non devono tornare ad essere abbandonate. La sua sapienza nell’arte casearia deve trovare nuovi eredi. A giorni nasceranno i capretti che Agitu allevava con tanta passione. Queste nuove vite chiedono cure e attenzioni, quelle che Agitu non può più dare».

Le donazioni – che in soli cinque giorni hanno superato gli 88mila euro – verranno utilizzate, come accennato, anche per aiutare la famiglia a far fronte alle spese del trasferimento della salma in Etiopia. Di seguito il link per partecipare alla raccolta:

https://it.gofundme.com/f/le-capre-felici-raccolta-fondi-per-agitu?utm_medium=referral&utm_source=gofundme.com&utm_campaign=comms_4srp+le-capre-felici-raccolta-fondi-per-agitu


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