Oggi la Tavola della pace compie 25 anni. Grazie Padre Nicola

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Oggi la Tavola della pace compie 25 anni. Venticinque anni d’intenso lavoro per la pace che ha unito centinaia di migliaia di persone, gruppi, organizzazioni, scuole ed Enti Locali. Un impegno diventato sempre più difficile ma necessario.

Il 13 gennaio 1996 nel Sacro Convento di S. Francesco di Assisi, la Tavola della pace nasce grazie alla collaborazione di Padre Nicola Giandomenico. Un autentico uomo di pace che ancora ringrazio e che voglio ricordare per tutti i giovani che non hanno avuto la fortuna di conoscerlo.

Per Nicola “la pace è un modo di essere, di pensare, di vivere. Un nuovo stile di vita, un nuovo modo di relazionarsi tra singoli, tra popoli, tra nazioni.” O la vivi o non esiste. O te la porti dentro o è uno slogan.
Alla pace Nicola ha dedicato tutta la sua vita impegnandosi per mettere fine alla guerra fredda e all’occupazione israeliana dei territori palestinesi, per fermare la guerra in Iraq e per il dialogo con Cuba, per i diritti dei più poveri e per il disarmo nucleare, per il rafforzamento dell’Onu e per la difesa dell’ambiente trasformando il Sacro Convento d’Assisi in uno straordinario cantiere della pace e del dialogo con tutti.
Per la pace Nicola ci ha messo la faccia, senza mai voltarsi indietro, senza mai curarsi delle critiche strumentali e delle accuse vergognose che, via via, gli sono state scaricate addosso. Nicola aveva capito che non basta parlare di pace, non basta nemmeno predicarla: uno ci deve lavorare. Seriamente. In prima persona. In relazione con tutte le donne e gli uomini di buona volontà, senza esclusioni politiche, religiose e culturali. Condividendo le responsabilità. Assumendosi anche la responsabilità delle cose più grandi.

Nicola lo ha fatto sempre con una grande dose di umiltà, una delle virtù più preziose e introvabili del nostro tempo. Dice di lui padre Giuseppe: “Nonostante fosse il nostro ‘ministro degli esteri’, a noi più giovani ha sempre donato la lezione del distacco interiore dal culto dell’immagine e dell’interesse personale, dell’essere strumento finché si è utili, di essere mezzo e non fine, di essere uno e non l’unico”.

Anche per questo, forse, Nicola è un uomo poco noto. Perché non ha mai cercato le vetrine, perché ha sempre dato senza mai tenere nulla per sé, perché “non si è mai fatto prendere dal vortice sfrenato dell’emergere, del primeggiare”.

Il 12 novembre 2009 padre Nicola Giandomenico si è spento in silenzio dopo dieci lunghissimi anni di sofferenze e amarezze. Se n’è andato dopo un’ultima notte soffocante come il tempo triste che stiamo vivendo. Se n’è andato verso mezzogiorno quando la luce e il ritmo della vita si fanno più intensi invitandoci a fermarci e a riflettere. Dove stiamo correndo? Siamo sicuri di essere sulla strada giusta?

Padre Nicola non c’è più. Quello che resta è la sua testimonianza di vita. Quella di un uomo e di un frate che si è fatto strumento umile della pace. Una testimonianza capace di parlare a tutti, credenti e non credenti. Una testimonianza che non si deve disperdere.

PS. Nicola era un frate cresciuto alla scuola di San Francesco. Dai suoi scritti e dalla sua vita col tempo aveva ricavato “dieci regole d’oro” che suggerisco di trascrivere e tenere sempre in tasca. 1) Credere nel positivo. 2) Rifiutare ogni pregiudizio. 3) Riannodare i fili rotti. 4) Trascendenza della pace e vitalità della preghiera. 5) Osare per la pace. 6) Spazio alla fantasia e alla creatività. 7) Credere nella possibilità del cambiamento. 8) La pace ha la sua strada: la solidarietà, il dialogo, la fraternità. 9) La pace ha delle basi: la verità, la giustizia, l’amore, la libertà. 10) La pace è sempre un punto di arrivo e un punto di partenza.


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