“Le parole possono diventare azioni”, il racconto delle minacce subite da Tagliacozzo e Berizzi in Commissione Antimafia

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Lunga audizione per Lia Tagliacozzo e Paolo Berizzi davanti al Comitato sui cronisti minacciati della Commissione parlamentare antimafia. I due giornalisti sono diventati vittime di attacchi e minacce da parte di gruppi neofascisti evidentemente organizzati e anche per questo l’audizione è stata fissata in una data simbolica come quella del 27 gennaio. La Tagliacozzo ha riferito di essere stabilmente bersaglio di interventi di disturbo e di minacce agli eventi cui partecipa, culminati con quanto avvenuto alla presentazione del suo ultimo libro, un’azione inaudita che ha suscitato indignazione e solidarietà ma che pone un problema circa il ritorno di formazioni neonaziste e razziste in modo prepotente . “Le parole poi possono diventare azioni”, ha detto la Tagliacozzo che ha anche consegnato le denunce già presentate alle autorità competenti per gli accertamenti delle responsabilità penali. A seguire Paolo Berizzi ha ricostruito davanti alla Commissione il lungo elenco di interventi minatori nei suoi confronti, le azioni fatte alla presentazioni dei suoi libri, le minacce di morte e ha spiegato altresì che ogni volta ha presentato denuncia senza che, purtroppo, finora si sia potuti arrivare a prendere provvedimenti. Il coordinatore del comitato sui cronisti minacciati, Walter Verini, ha chiesto a Berizzi di far pervenire alla Commissione copia di tutte le denunce di quello che è apparso a tutti come un autentico calvario subito ad opera dei neofascisti. Il giornalista di Repubblica che, tra l’altro, tiene una rubrica quotidiana in cui riporta tutte le azioni di stampo fascista che avvengono ogni giorno in Italia, è costretto a vivere sotto scorta proprio per le gravi minacce ricevute, anche di morte. I due cronisti sono stati accompagnati in audizione dal Presidente della Federazione Nazionale della Stampa Giuseppe Giulietti che ha ribadito la necessità di non sottovalutare in alcuna sede il fenomeno delle nuove persecuzioni fasciste e annunciato che aderirà personalmente come altre associazioni, tra cui Articolo 21, alla proposta di legge popolare avviata dal sindaco di Sant’Anna di Stazzema, divenuta in poco tempo una battaglia-simbolo perché, come si sa, prevede che sia punito chi fa propaganda di fascismo e nazismo anche online.


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