Papa Francesco: “la persona fragile, vulnerabile, si trova indifesa davanti agli interessi del mercato”

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Bergoglio e la giustizia, un tema appassionante e grande dall’inizio del suo pontificato. Non sorprende che il Papa che alla chiusura del giubileo della misericordia ebbe il coraggio di dire ai carcerati che ogni volta che entra in un penitenziario si chiede “perché loro e non io” abbia esordito sottolineando che il diritto penale non è riuscito a preservarci dalle minacce che, ai nostri giorni, incombono sulle democrazie. È uno dei punti centrali del discorso che ha pronunciato  davanti ai partecipanti  al XX Congresso dell’Associazione internazionale di diritto penale. Per Bergoglio i grandi problemi sono due: l’”idolatria del mercato” e i “rischi dell’idealismo penale”.

L’idolatria del mercato per noi italiani dimostra tutto il suo orrore in questi giorni con la tragedia di Venezia, sulla quale si tace che per facilitare l’accesso alla città delle grandi navi da crociera si è modificata la profondità della laguna. Si sono scavati metri e metri in profondità per consentire alle grandi navi, una media di due al giorno, di arrivare nel canale della Giudecca. E così la laguna ha perso il suo equilibrio, le sue barriere e le ondate d’acqua di questi giorni dimostrano che non siamo davanti alla solita acqua alta. E infatti per Bergoglio non devono rimanere impunite tutte le condotte che richiamano il nuovo peccato che il catechismo dovrebbe recepire, l’ecocidio: “la contaminazione massiva dell’aria, delle risorse della terra e dell’acqua, la distruzione su larga scala di flora e fauna, e qualunque azione capace di produrre un disastro ecologico o distruggere un ecosistema”. Il Papa ha infatti soggiunto che  durante il sinodo per la Regione Panamazzonica i padri sinodali hanno proposto di definire “il peccato ecologico come azione oppure omissione contro Dio, contro il prossimo, la comunità e l’ambiente”.

Quando Bergoglio denunciò che questa “economia uccide” parlava di sfruttamento, nuove schiavitù, riduzione di fasce intere di popolazione alla fame, ma forse vedeva anche l’ecocidio. Quello che si è verificato con l’incendio dell’Amazzonia cosa sarebbe altrimenti? E il non parlare delle scelte che hanno rovinato la laguna? La verità per Francesco è che “la persona fragile, vulnerabile, si trova indifesa davanti agli interessi del mercato”. “Oggi, alcuni settori economici esercitano più potere che gli stessi Stati”. Questa è una minaccia per la democrazia e l’umanità! E’ già tanto, ma Francesco non si è fermato qui, ha denunciato anche un altro dramma del tempo presente. “Una delle maggiori sfide attuali della scienza penale è il superamento della visione idealistica. L’imposizione di una sanzione non può giustificarsi moralmente con la pretesa capacità di rafforzare la fiducia nel sistema normativo e nella aspettativa che ogni individuo assuma un ruolo nella società e si comporti secondo ciò che da lui ci si attende”.E i delitti dei più potenti, la macro-delinquenza delle corporazioni?

“Il diritto penale non può rimanere estraneo a condotte in cui, approfittando di situazioni asimmetriche, si sfrutta una posizione dominante a scapito del benessere collettivo. Questo succede, per esempio, quando si provoca la diminuzione artificiale dei prezzi dei titoli di debito pubblico, tramite la speculazione, senza preoccuparsi che ciò influenzi o aggravi la situazione economica di intere nazioni”.

Ma non basta ancora. Francesco si è soffermato anche sull’uso improprio della custodia cautelare e sulla detenzione di massa come soluzione irrazionalmente punitiva. Per la detenzione preventiva Bergoglio denuncia che  “la situazione  si è aggravata in diverse nazioni e regioni, dove il numero di detenuti senza condanna già supera ampiamente il cinquanta per cento della popolazione carceraria”.

Così non poteva mancare l’altra drammatica emergenza del nostro tempo, che il Papa non poteva non sottolineare:  “in diversi Paesi sono state attuate riforme dell’istituto della legittima difesa e si è preteso di giustificare crimini commessi da agenti delle forze di sicurezza come forme legittime del compimento del dovere”. Si tratta di “condotte inammissibili in uno Stato di diritto” e, in genere, “accompagnano i pregiudizi razzisti e il disprezzo verso le fasce sociali di emarginazione”. Quindi è arrivato quello che normalmente si chiama il monito, ma che questa volta è molto molto di più. Come ha scritto Avvenire “La cultura dello scarto, spiega inoltre Francesco, sta manifestando la grave tendenza a degenerare in cultura dell’odio. “Non è un caso – afferma il Santo Padre – che a volte ricompaiano emblemi e azioni tipiche del nazismo. Io vi confesso che quando sento qualche discorso, qualche responsabile dell’ordine o del governo, mi vengono in mente i discorsi di Hitler nel ’34 e nel ’36.”


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