“È tutta colpa sua”, lo spot dei laburisti da guardare e riguardare

0 0

Cos’è la destra, cos’è la sinistra.. Così cantava Gaber e molti hanno “strumentalizzato” queste parole per dire che queste due visioni del mondo non esistono più. E che dunque resta solo l’opportunismo individualistico, naturalmente “di destra”. E invece il messaggio del grande cantautore era profondo, non banale. I due orizzonti, i due punti di vista alternativi, rimangono attualissimi, ma vanno riempiti di contenuti, seriamente, giorno dopo giorno. Non basta autodefinirsi di sinistra per esserlo. Troppo facile e troppo finto. Occorrono analisi, idee, non si tratta mica di fare il tifo per qualcosa, ci vuole un impegno coerente. E per che cosa? Gli elementi discriminanti sono il bene pubblico ( pensate al clima) e un’equa distribuzione della ricchezza, la lotta alla disuguaglianza, a chi gode di privilegi eccessivi.

Cose di cui i nostri “sovranisti” non parlano assolutamente mai. Puntano a “capitalizzare” i voti delle periferie ( anche per mancanza di “avversari”) e dei lavoratori sulla base di una altra promessa pubblicitaria: che proteggeranno gli italiani dai nuovi venuti, gli stranieri, il nemico che li minaccerebbe e che per questo viene indicato loro come bersaglio contro cui scagliarsi. Lo schema è identico pure in Gran Bretagna dove i laburisti di Jeremy Corbyn sono impegnati in una difficile campagna elettorale condizionata da tutta la vicenda Brexit. Come andranno le cose nel voto del 12 dicembre lo vedremo. Quello di cui qui vale la pena parlare è uno spot del partito che ha già avuto milioni di visualizzazioni sui social ed è intitolato “E’ tutta colpa sua”. Protagonista un tizio in camicia bianca e cravatta (quanti ne abbiamo visti, vestiti così, in Italia) che parla a un pubblico di persone arrabbiate, piene di problemi. Li invita a esprimersi uno alla volta. Una donna dice che la scuola della figlia cade a pezzi e che mancano insegnanti, un uomo ricorda che la madre aspetta da sei mesi un intervento chirurgico, una signora appena licenziata dice di non avere i soldi per l’affitto. A tutti l’uomo in giacca e cravatta, un conservatore è ovvio, replica: “C’è una semplice spiegazione, è tutta colpa sua”. E indica Alì, un immigrato affermando che non ci sono abbastanza soldi per tutti visto che bisogna darli agli stranieri. Poi nello stesso tempo consegna però una valigia piena di banconote all’amministratore delegato di un’azienda tecnologica che ha avuto una agevolazione fiscale. “Perché non lo spendi per noi questo denaro” chiede la gente. “Perché lui crea lavoro” la risposta.

Fermiamoci qui. Chi vuole può guardare lo spot e leggerne qui di seguito la traduzione curata da Stefano Lamorgese, ma il punto per noi è un altro. Qualcuno che fa la prima parte del ragionamento proposto dai laburisti (non dà cioè la colpa di tutti i problemi ai migranti) lo troviamo pure in Italia. Ma quanti da noi mettono veramente nel mirino evasione, privilegi e agevolazioni fiscali? Indicano l’esigenza di redistribuire ricchezza per far funzionare meglio lo stato sociale? Praticamente quasi nessuno, tutti si dicono no tax, anzi i sovranisti vogliono la flat tax che toglie ai poveri per dare ai ricchi. Tornando a Gaber, la sinistra dovrebbe essere quella che fa entrambi i discorsi, che lotta cioè contro la disuguaglianza, anche se questo dà fastidio agli opinionisti da talk show per i quali l’unico orizzonte possibile è un liberismo sfrenato, in cui al popolo non resta che confidare che le briciole dei super ricchi arrivino pure ai precari. Per questo lo spot è da guardare e riguardare.

 

E’ tutta colpa sua!

(urla di gente arrabbiata)

per favore, per favore… uno alla volta

La scuola di mia figlia cade a pezzi e mancano gli insegnanti

Mia madre deve fare un intervento chirurgico e sono sei mesi che aspetta

Sono stata licenziata e non riesco a pagare l’affitto, ma non ci sono case popolari

Vedete… lo so che siate tutti arrabbiati ma c’è una semplice spiegazione: è tutta colpa sua (indica un tipo in ultima fila, Ali)

Che c’entra Ali con mia madre?

Certo… è un immigrato!

Se ci sbarazziamo di Ali le liste d’attesa in ospedale si ridurrebbero perché avremmo più medici

Ali: veramente… io sono un medico

Ma… e sui servizi che avete tagliato? Sulle nostre scuole?

Colpa sua (indica Ali)

Sulle politiche abitative?

Colpa sua (indica Ali)

Sugli ospedali?

Vedete… qualunque sia il problema, iò fatto è che non abbiamo abbastanza denaro (e afferra una valigia piena di soldi). E non abbiamo denaro perché dobbiamo spenderlo tutto per… Ali (e lo indica; poi consegna la valigia nella mani di un uomo seduto su un trono dorato)

Che cos’hai da dire sui soldi che hai appena dato a quel tipo? (lo indica)

È il CEO di una grande tech-company che ha avuto bisogno di un’agevolazione fiscale. Non preoccupatevi di lui.

Ma se hai bisogno di soldi non potresti smetterla di darli a lui, che in tutta evidenza non ne ha bisogno, e darli invece alle scuole e agli ospedali?

(il tipo si volta verso il CEO e questo scuote la testa: no)

Mi dispiace… lui crea lavoro.

Non ha creato alcun lavoro qui, non fa parte della nostra comunità. Perché dovrebbe occuparsi di noi? Lo fa molto di più Ali (e lo indica)

Lasciatemi essere sincero con voi.

Vorrei tanto mettere più soldi nell’edilizia pubblica, la sanità, la scuola… ma ho le mani legate.

Devo concedere alle grandi corporations grandi sgravi fiscali perché…

(non sa fornire una ragione)… perché c’è Ali (e lo indica)

Dici sul serio?

QUANDO I POLITICI SE LA PRENDONO CON GLI IMMIGRATI È PERCHÉ HANNO FINITO LE SCUSE

[È GIUNTO IL MOMENTO PER UN CAMBIAMENTO VERO]

Traduzione Stefano Lamorgese


Iscriviti alla Newsletter di Articolo21