In quella piazza di Milano gli ideali alternativi al sovranismo populista e per ricostruire un’altra Italia

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La piazza di ieri a Milano non è stata soltanto la più importante (finora) manifestazione alternativa alle politiche del governo in materia di accoglienza, chiusura, esclusione, discriminazione, è stata il risveglio dell’altra Italia. L’Italia, ancora minoranza nel paese ma meno di quanto si creda, l’Italia meno partitica ma composta di ogni espressione della società. In quella piazza c’era il sindacato, i sindaci, l’intero mondo dell’associazionismo e del volontariato, piccole e grandi organizzazioni impegnate in qualche modo nella solidarietà, nel fare cultura, nella formazione, nella comunicazione. A Milano c’era quell’Italia sfinita dalle urla scomposte dei governanti di oggi, dalle continue minacce, dal mantra “allora fatti votare”, dalle campagne di distrazione di massa che hanno convinto tanti cittadini onesti di essere in pericolo perché nel nostro paese ci sono milioni di immigrati che in effetti invece rappresentano solo il 4,5 per cento della popolazione!

Da quella piazza deve ripartire l’Italia che vuole tornare ad essere un paese di accoglienza, di integrazione e di pace, rispettato nel mondo, forte in Europa, e in grado di bloccare quell’evidente arretramento della democrazia che in pochi mesi ci sta trascinando verso modelli di stati illiberali anche se con governi regolarmente eletti. Un arretramento che rischia di aggravarsi se la violenta campagna di occupazione dei media da parte del governo riuscirà ad azzerare ogni pensiero diverso alla Rai, facendola per la prima volta diventare un monocolore governativo (e piantiamola anche noi di dire che hanno fatto sempre tutti così, le differenze sono enormi!), se si sopprimerà la voce libera di Radio Radicale, che ci ha consentito per decenni di ascoltare dal vivo le parole dei “palazzi” e di partecipare a tante battaglie di civiltà, se si soffocheranno le piccole voci libere a livello locale, siano esse stampa, radio, tv o portali web. E soprattutto dobbiamo sapere che solo con tante piazze come Milano possiamo smantellare le campagne di mistificazione che i partiti al governo da anni hanno preparato e ora gestiscono attraverso i social e con i soldi presi chissà come, chissà dove….Ripartiamo tutti insieme dalle piazze e dal nostro piccolo universo che ci circonda, facendo piccoli gesti significativi, mettendo le bandiere dell’Europa ai balconi, rispondendo agli insulti con il sorriso e il ragionamento.

La piazza di Milano è anche un chiaro, evidente, preciso segnale alla politica, e non passa inosservato il fatto che solo due dei candidati alla segreteria del PD erano presenti e anche fisicamente insieme. A chi sta compiendo uno stravolgimento della coscienza del nostro paese dobbiamo rispondere usando tutti gli strumenti, quelli politici, quelli sociali, quelli etici. Tornando a dire e a far capire che buonismo è meglio di cattivismo, e non viceversa, checchè se ne dica!


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