Giornalismo sotto attacco in Italia

Fnsi e Cnog: «Le iniziative proseguiranno finché non cesseranno insulti e minacce»

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«Il flash mob #GiùLeManiDallInformazione è stato il primo passo. Altre iniziative seguiranno fino
a quando le aggressioni, le ingiurie e le minacce ai giornalisti e alla stampa non cesseranno. Questa
prima iniziativa è stata possibile grazie alle Associazioni regionali di Stampa e agli Ordini regionali
dei giornalisti, a tante colleghe e colleghi, ma anche ad associazioni, sindacati, cittadini comuni che
considerano l’articolo 21 della Costituzione un bene comune». Lo affermano, in una nota, la
Federazione nazionale della Stampa italiana e il Consiglio nazionale dell’Ordine dei giornalisti.
«Ritrovarsi nelle piazze dei capoluoghi di regione – proseguono – è stato un atto simbolico, ma
anche un messaggio chiaro a quanti, da nord a sud, sono convinti di poter ridurre al silenzio
l’informazione e, con essa, qualsiasi forma di dissenso o di voce critica. Un ringraziamento va anche
alla Federazione internazionale e alla Federazione europea dei giornalisti, che hanno organizzato un
flash mob in contemporanea a Bruxelles, e ai giovani freelance italiani che lavorano a Londra, che
si sono ritrovati in Trafalgar Square. Oltre che gli insulti ai cronisti con un linguaggio da trivio, dal
governo in carica ci si aspetterebbe una vera riforma dell’editoria che punti a moltiplicare e non a
sopprimere le voci e, soprattutto, che indirizzi le poche risorse ancora disponibili a favore del lavoro
debole e sottopagato. Il ministro Di Maio, che prova a strumentalizzare i giornalisti precari, finge di
ignorare di essere stato lui, insieme con il suo ministero, ad esprimere parere contrario
all’emendamento al cosiddetto “Decreto Dignità” volto proprio a contrastare il precariato
giornalistico, presentato da alcuni parlamentari di minoranza».
La Federazione nazionale della Stampa italiana e il Consiglio nazionale dell’Ordine dei giornalisti
«assicureranno il loro sostegno a tutte le iniziative che saranno promosse a tutti i livelli, a tutela
della dignità del lavoro e dell’articolo 21 della Costituzione. Ancora un grazie, infine, al Presidente
della Repubblica, Sergio Mattarella, che per l’ennesima volta ha ribadito che la libertà di stampa è
un presidio di democrazia».


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