Come Brescia sta diventando la nuova culla del fascismo

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Brescia è una città molto attiva dal punto di vista politico, quasi polarizzata. Ha una lunga tradizione rossa, ma anche una nera che oggi sembra rivivere tra le sue strade. La galassia dell’estrema destra bresciana si compone oggi di vecchie e nuove sigle, fuochi di paglia che spesso rischiano di passare inosservati, ma che invece dovremmo vigilare con attenzione. Negli ultimi anni le azioni dimostrative di gruppi neonazisti e neofascisti sono aumentate in maniera esponenziale. Nella tarda serata di venerdì 28 settembre, nel quartiere Carmine, dieci naziskin hanno aggredito a cinghiate gli avventori di una birreria. Lanci di bottiglie, calci e pugni per uno scontro di matrice puramente politica. Vero bersaglio del raid, alcuni dipendenti di un locale, frequentatori del mondo antagonista. Un’azione di rappresaglia, dal momento che venti giorni prima la nuova “Casa dei Patrioti”, inaugurata da Forza Nuova nella multietnica via Milano, era stata assaltata da otto attivisti appartenenti ai centri sociali.

Tuttavia, le forze dell’ordine hanno escluso il movente della vendetta per quanto accaduto successivamente al Carmine. Qualche ora dopo l’aggressione in centro, quattro militanti aderenti al Veneto Fronte Skinhead sono finiti agli arresti per rissa, mentre altri sette sono stati raggiunti da fogli di via. Trattasi di personaggi che arruolano i propri “soldati” via Facebook oppure pescando direttamente nella Curva Nord della squadra di calcio del Brescia. La tifoseria delle Rondinelle al suo interno annovera due distinte realtà nere, i Brixia e la Brigata Leonessa. Alcuni di loro allo stadio non ci possono più andare poiché raggiunti dal Daspo, il provvedimento che vieta di assistere a manifestazioni sportive. Teste rasate e numerosi tatuaggi in evidenza, sui social network tra i profili di questi soggetti ci sono le fotografie del Ventennio e del Duce. Pubblicano pure autoscatti davanti a monumenti dove si cimentano nel saluto romano. L’11 luglio 2014, in occasione del Crazy Cow Fest, la tradizionale festa della birra di Paderno Franciacorta, gli squadristi scatenarono l’inferno. Un’improvvisa esplosione di brutalità da cui cinque persone, intervenute semplicemente per sedare gli animi, uscirono ferite. A innescare la rissa, furono alcuni membri del gruppo Brigata Leonessa, entrato in contatto con i giovani della Palestra Popolare Antirazzista. Pugni, cinghiate e boccali di birra utilizzati come armi. Un attacco premeditato e studiato, sebbene sia avvenuto a una festa assolutamente apolitica.

Nella città del Cidneo – popolata da 196mila abitanti e guidata da un’amministrazione di centrosinistra – le nostalgie ideologiche si riaffacciano tra i seguaci di CasaPound e Forza Nuova. Il gruppo della tartaruga vanta aspirazioni più movimentiste e un’età media leggermente più avanzata, il secondo è invece più strutturato nella forma di partito politico e raccoglie discepoli nei licei e negli atenei universitari. Per entrambe le realtà l’elemento decisivo che ha portato voti e consensi è stato l’intenso lavoro eseguito sul territorio. Da diverso tempo, i membri di Forza Nuova danno voce ai vari comitati di quartiere, promuovono le ronde notturne nei rioni più problematici e aiutano solo e rigorosamente le famiglie italiane in difficoltà: tutti comportamenti che possono venire ricambiati in voti durante il periodo elettorale. Questo attivismo quotidiano si è visto in parte anche nella realtà denominata Brescia ai Bresciani. Tre anni fa causarono disordini e problemi durante una manifestazione in centro. Trecento persone decisero infatti di deviare il tragitto del corteo per raggiungere Corso Zanardelli dove era in corso un presidio della Cgil a favore dei cittadini migranti. Volarono fumogeni e pure i manganelli.

Mesi più tardi portarono violenza e caos anche a Collio, in Alta Valtrompia. Gli scontri con le forze dell’ordine scoppiarono nel tentativo di contrastare l’accoglienza di venti profughi in paese. L’estremismo di destra nel bresciano è molto diffuso anche in provincia. In Val Camonica, esistono i Nazionalisti Camuni, i cui nemici da punire sono gli stranieri e le “zecche immonde”. In direzione nord della città c’è Valtrompia Identitaria. Impossibile derubricare a semplice goliardata l’immagine della banana utilizzata nel periodo della caccia e scelta per identificare i richiedenti asilo africani.


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