Gli ultimi giorni di Stefano. ‘Sulla mia pelle’ di Alessio Cremonini

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Sulla mia pelle ha aperto la sezione Orizzonti della 75. Mostra del Cinema di Venezia. Un’opera necessaria che racconta in modo crudo e rigoroso un episodio tristemente famoso: la morte di Stefano Cucchi. Alessio Cremonini sceglie di filmare la sofferenza fisica del giovane, una sorta di via crucis che documenta i suoi ultimi giorni vita. E non è un caso che guardandolo venga in mente Passion, lo straordinario film di Mel Gibson che mette da parte la religione per focalizzarsi sul calvario di Gesù.

Il film è onesto e asciutto. Non mostra Stefano come un santo, ma come un ex tossicodipendente dal carattere ribelle. Si comprende che la sua morte è il fatale risultato di numerose negligenze. Tutto ha inizio con le percosse dei primi carabinieri, che gli provocano gravi lesioni agli organi interni. Stefano purtroppo, non fidandosi della giustizia, invece di denunciare l’accaduto e di ricevere quindi le cure adeguate, si chiude in se stesso tacendo sull’aggressione, e rifiutando persino di collaborare con medici e personale sanitario. Come viene precisato alla fine del film, la storia di Stefano Cucchi non è un episodio isolato, ma uno dei tanti casi che avvengono nelle prigioni italiane. Solo nel 2009 ce ne sono stati 172.

L’interpretazione di Alessandro Borghi è impeccabile. L’attore per calarsi nei panni di Stefano è dimagrito 18 kg, ma soprattutto ha fatto un grande lavoro sulla gestualità e sull’utilizzo della voce, identica a quella di Cucchi, come si può constatare dalla registrazione originale che passa durante i titoli di coda.

Il film ha riscosso consensi sia da parte del pubblico sia da parte della critica. Alla fine della proiezione ufficiale infatti gli applausi sono proseguiti a lungo e la commozione del cast era evidente, soprattutto quella di Alessandro Borghi che ha ricevuto l’abbraccio di Ilaria Cucchi, interpretata nel film da una convincente Jasmine Trinca.

(inviata di Scenario)


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