I costituzionalisti allievi di Paolo Barile lanciano un appello in difesa delle prerogative del Capo dello Stato. Articolo 21 raccoglie le adesioni

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I sottoscritti professori di diritto costituzionale della scuola fiorentina di Paolo Barile, preoccupati per gli sviluppi della crisi di governo in atto e per l’asprezza del dibattito che è seguito al tentativo di governo del Prof. Giuseppe Conte, avvertono il bisogno di intervenire per evitare che si dia degli ultimi avvenimenti un’interpretazione lontana dalla lettera della Costituzione e dalla prassi che su di essa si è sviluppata negli anni.

Al riguardo è bene chiarire subito che è profondamente sbagliata l’idea che il Presidente della Repubblica sia un organo “neutro”, un semplice notaio. Al contrario, l’organo presidenziale è titolare di poteri propri che insieme gli assegnano una funzione d’indirizzo politico costituzionale (come sosteneva Paolo Barile), volto a garantire il corretto funzionamento del sistema e la tutela degli interessi generali della comunità nazionale. A ciò rispondono, tra l’altro, il potere di rinvio delle leggi alle Camere perché ritenute manifestamente incostituzionali,i poteri che gli competono quale presidente del Consiglio Superiore della Magistratura e del Consiglio Superiore di Difesa, il potere di grazia, il potere di nomina del Presidente del Consiglio e, su proposta di quest’ultimo, dei Ministri, il potere di sciogliere le Camere. L’esercizio di alcuni di questi poteri richiedono il concorso di altri soggetti istituzionali e, per quanto riguarda la nomina dei ministri, il concorso del Presidente del Consiglio incaricato. Qualora tale concorso non si realizzi, l’ultima parola spetta al Capo dello Stato, il quale assume su di sé in pieno la responsabilità delle sue decisioni. In questo quadro, il comportamento del Presidente Mattarella appare del tutto conforme alla lettera della Costituzione e alla prassi. La sua interpretazione di quello che nelle condizioni date rappresenta il superiore interesse nazionale può certo prestarsi a critiche, come del resto avvenuto in un recente passato di fronte a scelte presidenziali determinate da circostanze non meno eccezionali di quelle attuali, ma non sul piano del rispetto della Costituzione.

Appare pertanto assolutamente inammissibile che si possa anche solo evocare la messa in stato d’accusa del Presidente, ai sensi dell’art. 90 Cost. Ciò significa confondere i due diversi piani su cui va valutata questa vicenda, con il rischio grave di minare alle radici uno dei presidi fondamentali del nostro sistema costituzionale.

Si può aderire inviando una mail con nome, cognome e qualifica all’indirizzo mail redazione@articolo21.info

Enzo Cheli
Paolo Caretti
Ugo De Siervo
Stefano Merlini
Roberto Zaccaria
Stefano Grassi
Cristina Grisolia
Elisabetta Catelani
Massimo Carli
Orlando Roselli
Giovanni Tarli Barbieri
Andrea Simoncini
Andrea Cardone
Duccio Traina

Aderiscono inoltre (nuove adesioni – file in aggiornamento):

Stefano Passigli
Ernesto Bettinelli
Giusto Puccini
Pasquale Costanzo
Stefania Baroncelli
Eufemia Rosa Dicandia
Nicola Marino
Maria Teresa Furci
Andrea Zoanni
Rossella Lama
Francesca Tucci
Maria Luisa Armenia
Rino Giacalone
Ornella Rota
Luigi Rosanova
Alessandro Ghiori
Lara Trucco
Eugenio Stella


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