“Siamo tutti Qè”

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La banda del paese che suona nel comune occupato, l’associazione dei malati di Alzheimer che dona gli alberelli di natale realizzati dai pazienti, i tifosi del Paternò che intonano il coro “Siamo tutti Qè”, il sindaco che gioca a briscola con le lavoratrici e i lavoratori che da quattordici giorni e quattordici notti occupano il comune di Paternò per difendere il loro lavoro. E poi gli studenti, gli attivisti del collettivo “La Piazzetta” venuti da Catania per trascorrere la notte assieme agli occupanti, i lavoratori della StMicroeletronics o quelli di Almaviva che portano un piccolo contributo economico raccolto tra i loro colleghi per dare sostegno alla lottaE ancora, le lavoratrici dell’Ipab che aspettano lo stipendio da 43 mesi o quelli licenziati da Riscossione Sicilia venuti a portare solidarietà. Sono solo alcuni fotogrammi di una storia, quella degli ex lavoratori Qè, che è ormai diventata il simbolo della lotta per il lavoro a Paternò e in Sicilia, una lotta che coinvolge l’intera comunità, i semplici cittadini, le parrocchie, le associazioni del paese.

Una lotta di popolo. “Oggi scadono gli ammortizzatori sociali – dice Valentina Borzì, rappresentante sindacale dei lavoratori Qè e leader della protesta assieme a Giovanni Arcidiacono e Anna Orifici – da oggi oltre che senza lavoro, siamo pure senza reddito. Molti di noi hanno famiglie da mantenere, figli da mandare a scuola, mutui o affitti da pagare. Qualche mio collega ha dovuto persino vendere le fedi nuziali”.

Da un anno Valentina organizza manifestazioni e cortei, a Paternò, a Catania, a Palermo, e li autofinanzia promuovendo raccolte fondi tra i cittadini e i commercianti del paese, lavora qualche sera a settimana in un pub del paese per portare a casa qualche euro. “E’ instancabile, una macchina da guerra” dice di lei Riccardo, un suo collega. “Non ho mai votato in vita mia, l’unico voto l’ho dato a lei, quando si è candidata a rappresentante sindacale. Ed è stato un voto di cui vado fiero”. E in tutto ciò, Valentina è riuscita pure a laurearsi con 110 e lode in Economia, due settimane fa, il giorno prima dell’occupazione del Comune, con una tesi dedicata alla vertenza Qè: “Non mi sono potuta nemmeno godere la laurea – si sfoga – ma la cosa più importante adesso è lottare per riavere il nostro lavoro, per me ma soprattutto per i miei colleghi che hanno famiglia. Senza di quello sarò costretta a fare le valigie e andare via dalla Sicilia”.

Ieri sera, è stata Valentina a consegnare, su invito del sindaco e del consiglio comunale, un omaggio floreale a Santa Barbara, la patrona di Paternò. che in questi giorni sfila per le vie del paese e il cui fercolo, eccezionalmente, si è fermato davanti al presidio dei lavoratori in segno di solidarietà dei fedeli.

Ed è proprio nel pieno delle festività di Santa Barbara che è arrivata, l’altro ieri la convocazione del presidente della Regione, Nello Musumeci, che incontrerà i lavoratori domani a Palermo. Una convocazione attesissima, che apre qualche spiraglio di speranza e che i lavoratori hanno chiesto anche con una canzone che è diventata virale sui social.

Ma l’occupazione continua, annunciano i lavoratori sul loro gruppo Facebook, fino a quando non si avrà qualche risposta concreta. Avanti popolo.


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