L’isola di Altiero Spinelli potrebbe restare senza scuola

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L’isola di Altiero Spinelli, l’isola del confino degli antifascisti e simbolo di unione e integrazione culturale per eccellenza, celebrata come il punto del Mediterraneo da cui può ripartire l’Europa, potrebbe restare senza scuola. Proprio adesso, nei giorni in cui ospita 150 giovani per un seminario sul Federalismo europeo, deve fare i conti con la sua realtà giovanile, anzi di piccolissimi alunni, diciotto per l’esattezza, dieci alla  materna, sette alle elementari e uno alla media. Troppo pochi per i parametri ministeriali e infatti il sindaco ha lanciato l’appello perché le scuole dell’isola restino aperte, aggiungendo una proposta, quela di accogliere migranti, soprattutto minori non accompagnati che qui potrebbero trovare un ambiente di integrazione che affonda le radici in un passato difficile ma non troppo lontano nel tempo. Il vicepresidente del Consiglio regionale del Lazio, Massimiliano Smeriglio, ha rassicurato il sindaco Gerardo Santomauaro con una lettera ufficiale: <Valutiamo tutte le possibili opzioni per scongiurare la chiusura delle scuole sull’isola e stiamo ragionando su progetti virtuosi per assicurare un programma a medio-lungo termine>.

Allo stato sull’isola si può frequentare fino alla terza media, poi i ragazzi, spesso insieme ad almeno uno dei genitori, si spostano a Formia o a Latina, comunque sulla terra ferma per poter iscriversi alla scuola superiore e conseguire la maturità. Restano tutto il periodo dell’anno scolastico e a giugno tornano a casa, fino a settembre, poi via di nuovo con il traghetto. Adesso la Regione promette che con progetti mirati si potrebbe arrivare ad istituire una sezione di scuola superiore e salvare le altre di primo grado, ma il numero dei bambini non è sufficiente.

Si rafforza così l’idea del sindaco: accogliere i migranti minorenni che arrivano non accompagnati e fare di Ventotene il loro convitto per l’integrazione in Italia, anzi in Europa, nel solco di ciò che rappresenta questa piccola isola. <Senza i giovani migranti non ce la facciamo a tenere aperte le scuole – ha detto il primo cittadino – ed è così un po’ in tutti i piccoli Comuni italiani>. Ma, come si poteva prevedere, l’opposizione ha già detto di essere pronta a legarsi in piazza Castello nel caso in cui dovessero effettivamente sbarcare giovani migranti. Il loro non è razzismo – dicono – bensì la constatazione che la presenza di questi ragazzi <scatenerebbe solo conflitti>. Un dibattito politico che appare surreale se lo si cala nella realtà di questi giorni a Ventotene perché con i giovani partecipant al seminario sul Federalismo si discute della realizzazione di una <struttura museale che raccolga la Memoria del confino e ricordi ai ragazzi di tutto il mondo il processo che poi si è sviluppato per costruire l’Europa e il movimento Federalista, ma anche ciò che viene fatto nel mondo per difendere la pace e la democrazia>.per difendere la pace e la democrazia”


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