III Edizione “Imbavagliati”. Festival Internazionale di Giornalismo Civile. 20-24 settembre

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Una famiglia tra cinema e impegno. Sarà l’attore spagnolo Carlos Bardem, fratello del premio Oscar Javier e di Mónica, a ritirare, lunedì 18 settembre, alle 20, nella Basilica di Santa Maria del Carmine Maggiore di Napoli, il “Premio Pimentel Fonseca 2017”, assegnato alla madre Pilar Bardem, leggendaria attrice (insignita del prestigioso Goya) e, come i suoi figli, instancabile attivista per i diritti civili. Dedicata alla memoria della patriota e giacobina napoletana Eleonora Pimentel Fonseca, fondatrice del giornale “Monitore Napoletano”, l’iniziativa, promossa dall’Assessorato alla Cultura e al Turismo del Comune di Napoli edall’Istituto Italiano per gli Studi Filosofici, con l’associazione “Periferie del mondo – Periferia immaginaria”, avrà come testimonial Eugenio Bennato, che nel corso della cerimonia riproporrà “Donna Eleonora”, brano raramente eseguito in pubblico, scritto nel 1999 proprio in onore della rivoluzionaria della Repubblica Napoletana, in occasione del duecentesimo anniversario della sua morte. Con il musicista interverrà l’ensemble vocale “Le voci del Sud”, con l’interpretazione di “Per un Brigante”, in onore di Carlo D’Angiò. Durante la serata anche il contributo della cantante Anna Capasso (ambasciatrice Unicef per l’Italia), che eseguirà un repertorio della musica classica napoletana. L’accoglienza degli ospiti, in abiti storici, è curata dagli attori e registi Roberta D’Agostino e Gianni Sallustro con l’Accademia Vesuviana del Teatro. Gli abiti sono creazioni del costumista Costantino Lombardi. Interverranno: Nino Daniele (assessore alla Cultura e al Turismo del Comune di Napoli) e Massimiliano Marotta (Presidente Istituto Italiano per gli studi filosofici). 

La manifestazione, che premia una giornalista o attivista internazionale, distintasi nella difesa dei diritti, fa da prologo ad “Imbavagliati”Festival Internazionale di Giornalismo Civile, ideato e diretto Désirée Klain, in programma dal 20 al 24 settembre al Palazzo delle Arti (PAN) di Napoli (Via dei Mille, 60<https://maps.google.com/?q=Napoli+(Via+dei+Mille,+60&entry=gmail&source=g),il museo che custodisce la Mehari di Giancarlo Siani, simbolo dell’iniziativa, sostenuta anche quest’anno da Roberto Saviano, che dà voce ai giornalisti perseguitati nei loro paesi. Il Premio Siani (in memoria del giovane cronista ucciso dalla camorra nel 1985, dalla scorsa edizione gemellato con “Imbavagliati”) sarà dedicato a Ilaria Alpi, la giornalista del TG3 assassinata 23 anni fa a Mogadisco insieme al cineoperatore Miran Hrovatin. “Muri e fili spinati – spiega la Klain – è il tema di questa terza edizione: dai muri materiali, che dividono paesi interi, a quelli ideologici. Il filo spinato è nell’anima delle vittime, che sono ancora in attesa di avere giustizia e di tutti coloro che hanno una coscienza civile. Il caso Ilaria Alpi non può e non deve essere chiuso, perché come recita il nostro slogan: ‘Chi dimentica diventa il colpevole”.

“Un tema attualissimo e drammatico per un appuntamento che è internazionale per il livello dei partecipanti e per il peso dei temi affrontati, ma che sentiamo profondamente nostro – dichiara Nino Daniele, Assessore alla Cultura e al Turismo del Comune di Napoli –  un appuntamento nel quale la Città, si ritrova su uno scenario internazionale e partecipa come comunità, si fa soggetto culturale, civile e politico. L’Amministrazione comunale di Napoli promuove e sostiene questa iniziativa con particolare partecipazione: in un mondo nel quale muri, fili spinati e censure sono continuamente evocati, invocati o temuti, vogliamo che venga da Napoli un segno, e con esso l’impegno per un’altra idea di convivenza, di democrazia, di umanità”.

“Chi dimentica è colpevole – dichiara Paolo Siani, Presidente della Fondazione Polis della Regione Campania, fratello del giornalista ucciso – e per questo motivo da 32 anni puntualmente e con testardaggine ogni 23 settembre ricordiamo Giancarlo. Noi non vogliamo dimenticare e vi chiediamo di non dimenticare tutte le vittime innocenti della criminalità, specie quelle per le quali stiamo ancora aspettando giustizia, e noi aspettiamo fiduciosi che prima o poi giustizia arriverà per tutti.  Ilaria Alpi, che quest’anno vogliamo ricordare insieme a Giancarlo, così come facemmo lo scorso anno con Giulio Regeni, è una di queste. E comprendiamo tutto il dolore della mamma Luciana per aver perso una figlia e non essere riuscita a ottenere giustizia. E si è battuta e si batte con tutte le sue forze affinché gli assassini di Ilaria vengano presi e condannati. Solo così lo Stato è uno Stato credibile, se riesce a difendere i suoi cittadini onesti e punire i colpevoli”.

L’appello sarà lanciato il 23 settembre durante il convegno sull’importanza della scorta mediatica per i giornalisti minacciati, con Nello Trocchia, Sandro Ruotolo e Paolo Borrometi e la partecipazione di Giuseppe Giulietti(Presidente Federazione nazionale stampa italiana), Carlo Verna (giornalista Rai) e Claudio Silvestri (segretario del Sindacato Unitario dei giornalisti della Campania).

L’apertura

Evento di apertura del Festival, il 20 settembre, alle 18, l’inaugurazione della mostra “Giovanni Izzo per Imbavagliati” nella sala Foyer, a cura di Stefano Renna con la collaborazione di Luca Palermo. Senza nessuna forma di tutela e sostegno di una testata giornalistica, Izzo si muove da anni attraverso il degrado sociale e ambientale di un territorio limite come Castel Volturno: ‘libertà’ professionale che paga a caro prezzo, finendo spesso ‘imbavagliato’ e costretto a un doloroso silenzio. Prostituzione, abusi edilizi, immigrazione clandestina, criminalità organizzata, sono immortalati nel bianco e nero di una fotografia in grado, così, di restituire tutta la drammaticità di un luogo di una fotografia in grado, così, di restituire tutta la drammaticità di un luogo dilaniato dall’illegalità diffusa. Interverranno: Désirée Klain (direttrice artistica di “Imbavagliati”), l’assessore Nino Daniele, Margherita Dini Ciacci (Presidente del Comitato Unicef Campania), Paolo Siani (Presidente della Fondazione Polis della Regione Campania), Ottavio Lucarelli (Presidente dell’Ordine dei giornalisti della Campania), Claudio Silvestri (segretario del Sindacato Unitario dei giornalisti della Campania), e il giornalistaLuigi Necco.

Giornalismo, ma anche arte come strumento per preservare la memoria: “Imbavagliati” ospiterà “MEMORIA OLVIDADA”, l’esposizione video-fotografica di Giuseppe Klain nella sala Atrio, a cura di Pino Narducci eDésirée Klain, donata al Festival a suggello di una collaborazione avviata con l’associazione “Periferie del mondo – Periferia immaginaria”. Attraverso documenti fotografici originali ed interviste, il lavoro accende i riflettori sulla vicenda di un’intera generazione di italiani torturati, sequestrati e uccisi durante il regime dittatoriale nell’Argentina degli anni ‘70. L’indagine trae spunto dalle storie di sei ragazzi “desaparecidos”, tra cui quella della napoletana Maria Rosaria Grillo, raccontata nel libro “El minuto” del pm partenopeo Narducci. La mostra sarà l’occasione per lanciare una petizione a favore del riconoscimento di una giornata in memoria di tutte le vittime italiane della dittatura militare di Videla. Durante il vernissage, la performance live dell’artista egiziano Ammar Abo Bakr, che dedicherà un murales a Giulio Regeni, il 28enne ricercatore assassinato in Egitto. “14 per non dimenticare” è invece il nome dell’allestimento fotografico, organizzato dall’associazione “Studenti napoletani contro la camorra”, che si terrà nella sala Mehari. Gli scatti, di Greta Bartolini, raccontano i luoghi di vittime innocenti della camorra.

Focus, approfondimenti e interviste, con ospiti internazionali: “Imbavagliati”, prodotto anche quest’anno dall’associazione “Periferie del mondo – Periferia immaginaria”, promosso dall’ Assessorato alla Cultura e al Turismo del Comune di Napoli in collaborazione con la Fondazione Polis della Regione Campania e, è realizzato nell’ambito del “NAPOLINFEST- “Naviganti, Eroi, Poeti e Santi della Città”, progetto diretto da Luigi Necco e cofinanziato dalla Regione Campania con fondi del “Programma operativo complementare (POC) 2014 – 2020” per la rigenerazione urbana, politiche per il turismo e cultura, e organizzato da Gabbianella club srl di Gianluigi Osteri. Il Festival gode dell’alto patrocinio di Amnesty International Italia, del Comitato Regionale Campania per l’Unicef Onlus, della Federazione Nazionale Stampa italiana, dell’Ordine dei Giornalisti della Campania, del Sindacato Unitario dei Giornalisti campani e di Articolo 21
Ogni incontro in programma vedrà tra i protagonisti un noto vignettista italiano, che commenterà in diretta i fatti di cronaca attraverso le sue illustrazioni. Tutti gli appuntamenti del Festival sono a ingresso gratuito.

Gli incontri

“Dagli attentati a Barcellona, alla jihad nel Maghreb: censure e inchieste tra le due sponde del Mediterraneo”: è l’argomento dell’incontro di apertura del Festival, che si terrà il 21 settembre alle 10 nella sala Pan, con l’intervento di Ignacio Cembrero, uno dei maggiori specialisti della questione maghrebina, e la partecipazione di Fatima Mahfud, rappresentante del fronte Polisario in Italia e del direttore del Corriere del Mezzogiorno Enzo d’Errico. Per trent’anni corrispondente estero del quotidiano spagnolo El Paìs, Cembrero è stato costretto a licenziarsi a seguito della pubblicazione di un video di Al Qaeda in Maghreb, giudicato dalle istituzioni marocchine “incitamento al terrorismo”. Ha vinto numerosi premi, l’ultimo come “miglior corrispondente” conferitogli dal Club Internazionale della Stampa. L’illustratore Fabio Magnasciutti, collaboratore dell’Unità e de La Repubblica, realizzerà in diretta un’opera artistica sul tema trattato.

“Bavaglio di regime: Venezuela e Turchia, giornalisti nel mirino”:
 la censura e la persecuzione dei giornalisti dei governi di Maduro e Erdogan è il tema che sarà affrontato, il 22 settembre alle 10 nella sala Pan, con gli interventi di Tulio Hernandez (Venezuela) e Fehim Taştekin (Turchia). Modera Marco Cesario, cronista dell’ANSA, specializzato sul Mediterraneo e il Medio Oriente arabo – musulmano. Illustrazioni di Enrico Caria. Firma del quotidiano El Nacional, per le sue prese di posizione contro il Presidente Maduro, Hernández è stato costretto ad abbandonare il suo paese e a rifugiarsi in Colombia. Oggi vive in Spagna. Giornalista ed editorialista turco, per 13 anni al quotidiano Radikal a Istanbul e due al giornale HürriyetTaştekin ha perso entrambi i lavori a causa delle pressioni che il governo turco esercitava nei confronti delle due testate. La polizia ha confiscato alcuni suoi libri, giudicandoli “prove di reato”, ma non è stata mossa nessuna accusa ufficiale contro di lui. Marco Cesario è giornalista professionista e scrittore. Dopo la laurea in filosofia all’Università di Napoli ed un Master in filosofia alla Sorbona di Parigi lavora per l’agenzia nazionale ANSA, al desk di ANSAmed. Ha collaborato per ResetDoc e Micromega (La Repubblica). Da Parigi scrive per Linkiesta, Pagina99, The Post Internazionale, Imbavagliati.it e collabora per Radio Siani e per la tv americana ZoominTV. Nel 2012 ha pubblicato un libro sulla censura in Turchia dal titolo «Sansür: Censura. Giornalismo in Turchia» (Bianca&Volta). Nel 2015 s’aggiudica una menzione speciale al Concorso Internazionale Giornalisti del Mediterraneo di Otranto. Nel 2016 per il suo libro «Medin. Trenta Storie del Mediterraneo» (Rogiosi), s’aggiudica il Premio di Letteratura Mediterranea Costa d’Amalfi Libri 2016. Enrico Caria è un regista scrittore e giornalista italiano. Napoletano d’adozione, nel 2017, con L’uomo che non cambiò la storia, vince il Globo d’Oro per il miglior documentario. Esordisce come vignettista per La voce della Campania diretta da Michele Santoro. Disegna e scrive poi su Paese Sera, Lotta Continua, Il Mattino, Cuore, La Repubblica , L’Unità , Il Roma, L’Umanità, Il Manifesto, Il Fatto Quotidiano  ed altre testate minori. Autore e inviato per Le Iene, per il grande schermo scrive e dirige commedie nere e satiriche, come il docufilm Vedi Napoli e poi muori, dove per la prima volta appare sullo schermo un giovanissimo Roberto Saviano.

“Muri veri e ideologici: l’America di Trump e muslim ban” è l’argomento che sarà trattato nell’incontro del 23 settembre alle 10 nella sala Pan, con l’intervento della giornalista iraniano-americana Negar Mortazavi, e le illustrazioni live di Riccardo Marassi. Modera Antonella Napoli, giornalista e analista di questioni internazionali. Nata e cresciuta in Iran, Mortazavi, nel 2002, è stata costretta a trasferirsi in America per continuare gli studi. Nello show televisivo Voice of America Persian conduceva una rubrica giornaliera della durata di un’ora, nella quale discuteva dei rapporti degli iraniani con il mondo. Appare frequentemente su importanti canali tv quali MSNBC, BBC, PRI, New York Times, Aljazeera, e sull’ Huffington Post come commentatrice di cronaca irachena. Giornalista professionista, Antonella Napoli muove i primi passi nel mondo dell’informazione a Salerno. Studia e si forma tra Roma, Londra e New York. Dopo un’esperienza radiofonica e televisiva passa alla carta stampata, per poi approdare alla comunicazione politica. Presidente dell’associazione “Italians for Darfur Onlus”, è nel consiglio di presidenza di “Articolo 21” e membro dell’associazione “Giornaliste italiane unite libere autonome”. Si occupa da anni di diritti umani, promuovendo campagne, eventi e iniziative istituzionali. E’ coordinator per l’Italia della campagna internazionale Sudan 365. Scrive per Vanity Fair, La Repubblica e Limes. Riccardo Marassi lavora dal 1987 come giornalista grafico al Mattino. Inizia come vignettista con Paese Sera, poi collabora per l’inserto Satyricon di Repubblicail Manifesto, l’allegato de l’UnitàTango, e con L’Espresso. Dal 1987 al 1988 ha collaborato alla trasmissione “Big”, su RaiUno, condotta da Piero Chiambretti e Daniela Goggi. Dal 1996 al 2016 ha pubblicato le sue vignette su Linus.

“Muri d’acqua: i naufragi politici in Libia ed Egitto”, è il titolo della seconda conferenza del 23 settembre, che si terrà alle 11 nella sala Pan, con il giornalista Salah Zater (Libia) e l’artista egiziano Ammar Abo Bakr (Egitto). Modera Fouad Roueiha, responsabile per la Siria di “Osservatorio Iraq – Medio Oriente e Nord Africa” ed esponente del comitato “Kaled Bakrawi”. Zater è un giornalista libico. Ha lavorato come reporter per la televisione Al-Aseema, realizzando numerose inchieste investigative sullo sfruttamento minorile, gli abusi sessuali, il traffico di droga e di armi, e la tortura. Organizza conferenze internazionali, che ospitano artisti, attivisti, scrittori e giornalisti da tutto il mondo che si occupano di libertà di stampa e diritti umani. Noto muralista e artista egiziano, i lavori di Ammar Abo Bakr raffigurano la storia dell’Egitto, la cultura islamica e la rivoluzione egiziana del 2011. Alcune delle sue opere più importanti si trovavano a via Mohamed Mahmoud, vicino piazza Tahrir, dove è iniziata la rivoluzione del 25 gennaio. Le sue maggiori fonti di ispirazione sono i fatti di cronaca e le tendenze sociali. Giornalista radiofonico, autore di trasmissioni, speaker e conduttore, Fouad Roueiha è project manager nell’ambito della cooperazione internazionale nel campo dei media. Traduttore di sceneggiature cinematografiche, interprete di conferenze pubbliche ed incontri istituzionali.

“Siani per Ilaria Alpi”
, il 23 settembre alle 18 nella sala Di Stefano, è l’appuntamento del Festival con il “Premio Siani”, la commemorazione in ricordo del giornalista napoletano de “Il Mattino” vittima della camorra, dalla scorsa edizione gemellata con “Imbavagliati”. Quest’anno l’incontro sarà dedicato a Ilaria Alpi, l’inviata del TG3 uccisa in Somalia 23 anni fa, a pochi passi dall’ambasciata italiana di Mogadisco, la cui morte attende ancora giustizia. In programma un dibattito con la partecipazione dei giornalisti Nello Trocchia, Sandro Ruotolo e Paolo Borrometi, sul tema dell’importanza della ‘scorta mediatica’ per i giornalisti minacciati, sostenendoli con il rilancio delle loro inchieste, attraverso tv, radio, social e altri organi di stampa. Interverranno Carlo Verna (giornalista Rai), Giuseppe Giulietti (presidente della Federazione Nazionale Stampa Italiana) e Claudio Silvestri (segretario del Sindacato Unitario dei giornalisti della Campania). Cronista napoletano, Nello Trocchiaè inviato della trasmissione Nemo in onda su Rai2. Collabora con il Fatto Quotidiano, l’Espresso e occasionalmente con La7Da agosto 2015 è sottoposto a vigilanza dei carabinieri per aver subito minacce da un boss di camorra a causa di alcune sue inchieste. Ha ricevuto il premio “Paolo Borsellino” e il premio “Articolo21” per la libertà di informazione. Sandro Ruotolo inizia l’attività giornalistica nel 1974 con Il Manifesto e nel 1980 con la RAI, per la quale è corrispondente da Napoli per il TG2 e per il GR1. Lavora anche con Michele Santoro, con cui collabora alla realizzazione di diversi programmi televisivi. Nel maggio del 2015 viene messo sotto scorta per aver ricevuto minacce da Michele Zagaria, boss dei Casalesi, a causa delle sue inchieste sul traffico di rifiuti tossici in Campania. Dal 2010 collaboratore de Il Giornale di Sicilia, nel settembre del 2013 Paolo Borrometi fonda la testata giornalistica di inchieste online www.laspia.it . L’attività del sito costerà a Borrometi, sin da subito, svariate minacce dalla criminalità organizzata ragusana. Il 16 aprile del 2014 verrà aggredito da incappucciati e l’aggressione gli provocherà una grave menomazione alla mobilità della spalla. Da agosto 2014, dopo l’incendio della porta di casa, vive sotto la scorta dei Carabinieri.

“Mai più soli!” (in che modo è cambiata, negli ultimi 10 anni, la narrazione audiovisiva dei fenomeni criminali), è il convegno che chiuderà, alle 20, nella sala Di Stefano, la giornata dedicata al “Premio Siani” del 23 settembre. Parteciperanno il vicedirettore di Rai fiction Francesco Nardella, il presidente della FNSI, Giuseppe Giulietti, e Paolo Siani, fratello di Giancarlo, alla guida della Fondazione Polis della Regione Campania. L’incontro si aprirà con la proiezione, in anteprima nazionale, del trailer della pellicola/verità “Nato a Casal di Principe”, tratta dall’omonimo libro di Amedeo Letizia, per la regia di Bruno Oliviero, che prenderà parte al dibattito, con il protagonista Massimiliano Gallo. Dopo il debutto fuori concorso al Festival di Venezia, il film porterà sul grande schermo la storia del fratello di Amedeo, Paolo Letizia, ventunenne di buona famiglia di Casal di Principe, sparito il 18 settembre del 1989 in circostanze misteriose e mai più ritrovato. Il convegno analizzerà l’evoluzione dello storytelling della legalità sul piccolo e grande schermo. I film e le fiction, infatti, raffiguravano spesso i criminali come persone che si godevano la vita, quasi figure “mitiche”, modelli vincenti da imitare. Oggi, invece, i difensori della legalità trionfano anche negli ascolti. Merito del lavoro di organizzazioni, come la Fondazione Polis, da sempre impegnata a mantenere viva la memoria delle vittime innocenti della violenza criminale.

 


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