Il miracolo di Cinquefrondi

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L’ultima volta che si erano visti un giornalista e una telecamera della Rai a Cinquefrondi c’era stata una sparatoria tra ragazzi. Due morti di 17 e 13 anni e un ferito di 12. 17 anche gli anni del ragazzo-sparatore. Era il 1998. Ieri la Rai è tornata per le strade di questo piccolo centro della Piana di Gioia Tauro per raccontare un evento di segno diametralmente opposto: la prima marcia per la pace di Cinquefrondi.
In paese lo stupore è generale. Nessuno ricorda di aver mai visto una cosa simile. Centinaia di bambini accompagnati dalle maestre, tutti i ragazzi delle medie, tanti cartelloni, striscioni, palloncini, nastri, cappellini e in fondo un gruppo di sindaci della Piana con le fasce tricolori e i gonfaloni a chiudere il corteo. Tutt’intorno un sacco di mamme che non staccano gli occhi dai propri figli mentre camminano, gridano e cantano la pace. Il serpentone colorato si muove lentamente dalla scuola e si insinua per le vie principali del centro storico. Chi è in casa non può che affacciarsi alla finestra e restare a bocca aperta. All’arrivo, in piazza Castello, è un’esplosione di canti, balli, poesie e riflessioni sulla pace che non c’è e che dobbiamo impegnarci a fare.

Con un ritmo incalzante (più europeo che mediterraneo), sul palco si alternano tutti: i bambini, i più grandi, la dirigente scolastica, le maestre, i sindaci, l’assessore alla pace, le associazioni, il sindacato, i migranti. Tante voci di una piccola comunità riunita dal desiderio di pace e da una scuola che, anche senza averlo teorizzato, ritrova la sua funzione sociale e restituisce alle famiglie e al paese una pillola del grande lavoro effettuato nel corso dell’anno. Alla fine tutti si scambiano i complimenti e la promessa di fare il prossimo anno una marcia della pace ancora più grande, magari in tutti i comuni della Piana.
Il piccolo “miracolo” di Cinquefrondi non è venuto dal cielo (per la cronaca il parroco ha fatto sapere che aveva altro da fare) ma è stato frutto del lavoro appassionato delle insegnanti dell’Istituto Comprensivo “Francesco della Scala” che l’avevano proposta e dei giovani amministratori del Comune che l’avevano subito raccolta e organizzata.

Niente avviene per caso. A Cinquefrondi, da poco più di un anno, c’è un Sindaco e una giunta che credono nella pace e nel ruolo delle comunità locali. C’è un Comune che ha aderito al Coordinamento Nazionale degli Enti Locali per la Pace e i Diritti Umani e ha accolto l’invito a lavorare con la scuola. C’è una scuola che ha inserito nel proprio pof il programma “Pace, Fraternità e Dialogo” e ad aprile ha partecipato al Meeting di Assisi. Ci sono un Comune e una Scuola che si stanno preparando per partecipare alla Marcia PerugiAssisi del prossimo 9 ottobre.
Insomma, a Cinquefrondi mancano molte cose ma ci sono persone che non sanno cosa sia la rassegnazione e per questo sono capaci di fare cose nuove, belle, costruttive. Gesti di pace che riuniscono e rivitalizzano una comunità. Gesti che lasciano il segno.


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