Vacanze: istruzioni per l’uso (per staccare la spina è consigliabile stare “offline”)

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Vacanze: istruzioni per l’uso.

E’ tempo di vacanze. Ormai stanchi degli stress della vita quotidiana, ci si appresta a trascorrere qualche giornata alla ricerca del benessere e della serenità, dedicandosi a sè stessi, per ristorarsi, recuperare le energie e riprendere la seconda parte dell’anno un po’ più carichi. Ma può davvero una vacanza fare questo?

Sicuramente scegliere una vacanza a stretto contatto con la natura può aiutare: molti studi dimostrano come gli ambienti naturali incidano positivamente sullo stress e sulla fatica mentale delle persone, si parla quindi di un potere positivo, “rigenerante”, in termini di recupero del benessere personale. La capacità degli ambienti naturali di rinvigorire l’attenzione delle persone e l’efficienza cognitiva.

Queste teorie partono dall’idea che per far fronte al carico di informazioni e dati della quotidianità si impieghi l’attenzione “volontaria”, ovvero quella attivata in maniera intenzionale verso attività e compiti impegnativi, poco stimolanti, che non elicitano quindi l’attenzione involontaria o spontanea. Questa risorsa, se utilizzata per un lungo periodo, tende ad esaurirsi, sovraccaricando le funzioni cognitive principali causando quindi affaticamento, distrazioni ed irritabilità. Per questo diviene necessario ricaricare le energie, concedendosi una vacanza ogni tanto. E qui subentra il concetto di fascination, ovvero la capacità di un luogo di attrarre facilmente l’attenzione delle persone (l’attenzione involontaria e senza sforzo cognitivo), spinta dalla sua piacevolezza. Possiamo distinguere tra: “soft fascination” la risposta positiva immediata e spontanea agli ambienti naturali (ad esempio osservando un tramonto o facendo una passeggiata in un bosco o al mare) che condiziona la psiche facilitando le emozioni ed i pensieri positivi; “hard fascination” invece riguarda la risposta positiva ad attività ricreative che catturano l’attenzione ed i pensieri. In pratica, nel primo caso le persone, grazie all’attivazione dell’attenzione involontaria, ovvero quella che si attiva senza fatica, riescono a concentrarsi meglio dopo aver passato del tempo a contatto con la natura, quindi a rigenerare l’attenzione volontaria fino a tornare a livelli normali di efficienza. Nel secondo caso l’attenzione viene spostata verso attività sportive o ricreative.

La fascination pur essendo un elemento determinante della capacità ristoratrice degli elementi naturali, non può da sola creare esperienza di benessere: oltre ad essa gli ambienti (e in questo caso le vacanze) devono possedere altre caratteristiche: Essere un luogo diverso da quello che ha causato la fatica mentale, che dia quindi la sensazione di “essere altrove”; essere un luogo esteso, con confini non visibili e ricco di elementi tali da suscitare interesse e promuoverne l’esplorazione; essere compatibile con le inclinazioni personali dell’individuo ed essere quindi in grado di soddisfare esigenze personali.

Quali altri sistemi possiamo mettere in atto per rigenerarci?

Per far sì che le vacanze siano rigeneranti, ci si deve approcciare ad esse con una modalità diversa dal nostro modus operandi lavorativo: non è necessario programmare tutto nei minimi dettagli e porsi degli obiettivi rigidi. Chi vive le vacanze con la mente libera da aspettative e costrizioni sarà più capace di sfruttarle come fattore rigenerativo.

Togliere l’orologio può aiutare nella risintonizzazione con il proprio tempo interiore, spesso soffocato dai ritmi imposti dalla società frenetica di oggi. E’ importante ricontattare i propri bisogni, dedicando più tempo alle cose che si amano fare e alle persone che sono fonte di benessere.

Staccare la spina non significa, perciò, chiudersi in casa e sprofondare a letto. Se non si fa nulla e si è totalmente inattivi, in realtà, cala a picco la produzione di endorfine e la conseguenza è sentirsi solo più depressi, più stanchi, con mal di testa e altri disturbi.

Le vacanze servono per concedersi momenti di relax con un giusto equilibrio tra riposo e dedizione alle proprie attitudini. La creatività è catartica, aiuta a liberare le tensioni e i pensieri negativi e, dunque, impegnarsi nella coltivazione di un proprio hobby è rilassante, rigenerante e consente un aumento di autostima e gratificazione.

Concentrarsi sul qui ed ora, sul tempo presente è il miglior alleato per il vacanziere che in ogni momento può assaporare la bellezza delle nuove esperienze, gustandole appieno. Il tempo passato e quello futuro sono ostacoli per una vacanza rigenerante. Pensare a ciò che si è lasciato incompiuto o a ciò che ci si attende dopo la vacanza è altamente stressante e fa sì che ci sia una presenza fisica, ma non mentale e psicologica del vacanziere, limitando il potere rigenerante delle vacanze stesse.

Se si vuole veramente “staccare la spina”, infine, è consigliabile stare “offline” per un periodo. I mezzi tecnologici impongono di dover dimostrare agli altri una certa facciata, di essere costantemente reperibili, nonché concentrati su ciò che accade nella propria routine quotidiana, limitando la sensazione di “essere altrove”.


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