Un venerdì di odio: 37 morti in Tunisia,
25 in Kuwait. I terroristi vogliono distruggere la civiltà del vivere insieme

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Tunisia di nuovo sotto il fuoco dei terroristi. La sola “rivoluzione pacifica” che ha prodotto un sofferto cambiamento in positivo, democratico e costituzionale, deve morire. E’ probabilmente questo il messaggio che gli assassini hanno voluto lanciare sparando contro il resort e i suoi ospiti, tunisini e stranieri. Che il turismo sia una risorsa preziosa per la Tunisia non è certo un mistero, neanche per i terroristi.

I nemici giurati della Primavera si accaniscono dunque contro il solo vessillo di un cambiamento arabo possibile, con efferata spietatezza. Mentre colpiscono anche in Francia, in modo altrettanto efferato e feroce.
Un altro colpo, assai più oscuro, è stato inferto in Kuwait, facendo esplodere una bomba in una moschea dove fedeli di osservanza sciita pregavano in occasione di questo venerdì di Ramadan. Viene spontaneo pensare, dopo che un attentato analogo ha avuto luogo contro sciiti in preghiera anche in Arabia Saudita, “chi ha interesse a destabilizzare il Golfo”?
Il mese del digiuno è il mese della pace, per simbolo e per eccellenza. Mese in cui diminuiscono i furti, i litigi, le aggressioni. I terroristi lo vogliono capovolgere, come vogliono capovolgere il senso comune della religione.E trasformarla in volano di odio.
Questo venerdì sarà ricordato come un venerdì importante per tutti, davanti al diffondersi di questa cultura dell’odio che soffia ovunque, mentre si stenta a capire come contrastarla con un’azione di moderazione, determinazione, condivisione di valori, denuncia esplicita e comune. Per salvare quella che i terroristi vogliono distruggere, la civiltà del vivere insieme.

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