Anne Brasseur al parlamento italiano, diritti umani, corruzione e terrorismo

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Il 30 marzo il presidente del Senato, Pietro Grasso, e la presidente della Camera, Laura Boldrini, hanno ricevuto a colloquio la presidente dell’Assemblea Parlamentare del Consiglio d’Europa, Anne Brasseur. Nella nota diffusa da Palazzo Madama si legge che al centro del dibattito sono stati i temi de «la minaccia del terrorismo, la lotta alla corruzione, le tematiche dei diritti umani e dell’immigrazione, con particolare riguardo al problema dei richiedenti asilo».

Anne Brasseur ha aggiornato «il Parlamento italiano circa l’azione del Consiglio relativamente alle principali questioni dei diritti umani nei 47 paesi che ne fanno parte» indicando nei «conflitti storici e nei nuovi gruppi estremisti la causa del crollo delle democrazie europee». Il portavoce alla Camera per il Movimento Cinque Stelle e membro della III Commissione affari esteri e costituzionali, Manlio di Stefano, dissente dal punto di vista della Brasseur e diffonde online e sui social il video della sua ‘replica’ in cui spiega il suo punto di vista.

Per il deputato 5 stelle innanzitutto i «conflitti storici e i nuovi gruppi estremisti non sono la causa del crollo delle democrazie europee ma la conseguenza». «Abbiamo vissuto molto male le sanzioni date alla Russia non perché non condividessimo la necessità di stigmatizzare un atteggiamento che non era adeguato a una Democrazia ma perché  riteniamo che il Consiglio d’Europa sia un’Istituzione che debba incentrarsi sul dialogo. Inoltre riteniamo che il Consiglio debba interrogarsi sui reali bisogni e necessità degli europei in questo momento, anzi per tutti i 47 paesi che ne fanno parte».

«In Italia siamo oggi al 43% di disoccupazione giovanile, il dato storico peggiore di sempre, siamo il primo Paese in Europa per livello di corruzione, quella percepita dai cittadini verso la politica nell’ultimo dato era al 92%, cioè il 92% dei cittadini pensa che la politica sia corrotta… e questo succede in tanti paesi europei non soltanto in Italia. Abbiamo 9 milioni di poveri assoluti, cioè che vivono al di sotto della soglia di povertà secondo l’Istat, io credo che il Consiglio d’Europa debba farsi promotore di questo tipo di battaglie.»

«Soltanto Italia, Ungheria e Grecia non hanno il reddito di cittadinanza in Europa, ad esempio, e il Consiglio d’Europa dovrebbe spingere su queste cose perché nel momento in cui tu risolvi il problema endemico dei cittadini, che oggi è la crisi, è la disoccupazione, è l’assenza di reddito… riduci anche quell’astio, quella forma di odio, di idea che si possa risolvere tutto con la violenza.»

«Non abbiamo più le condizioni sociali per poter reggere la crisi e questo crea estremismi. Il diritto umano oggi è quello di vivere bene, serenamente, di arrivare a fine mese e questo automaticamente riavvicinerebbe i cittadini anche alla politica, se questa attuasse delle Leggi a favore del loro benessere. Oggi abbiamo in discussione al Senato la norma sull’anticorruzione in Italia fortemente carente ancora di quei reati che vengono indicati come i reati dei colletti bianchi, i reati della politica. Questo allontana o avvicina i cittadini alla politica? Li allontana e crea ancora una volta quell’odio verso la politica che è sì oggi causa di problemi sociali.»

«Il Consiglio d’Europa deve includere nei diritti umani i diritti primari, che sono quelli al reddito e alla percezione di una Democrazia sana anche nei paesi che si sentono immuni da questo rischio, come l’Italia e altri paesi del ‘vecchio continente’… non ci sono più oggi democrazie veramente consolidate perché c’è un abuso continuo da parte dei governi.»


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