“L’Unità” in liquidazione. Fnsi: “nessuna comunicazione formale, sacrosanta protesta cdr”

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“L’assemblea dei soci de “l’Unità” ha deciso la liquidazione dell’attuale società (la Nuova iniziativa editoriale spa) nominando un collegio di liquidatori, che divengono, così, a tutti gli effetti, il punto di riferimento aziendale. Il momento, nella vita de “l’Unità”, è delicatissimo”. Lo scrivono in una nota Franco Siddi e Giovanni Rossi, Segretario Generale e Presidente della Federazione Nazionale della Stampa italiana.

“Si tratta di un passaggio che va gestito coinvolgendo tutti coloro che vivono quotidianamente la produzione del giornale. Occorre dire, con chiarezza, che si è partiti subito malissimo. Nessuna comunicazione formale è stata data alle rappresentanze sindacali. Giustamente il Comitato di redazione ha usato parole durissime per qualificare un simile inaccettabile comportamento. I liquidatori devono chiarire quale è il loro mandato, i termini con i quali si intende gestire la liquidazione, verso quale società si transita, con che caratteristiche e con quale progetto. E questo deve essere fatto con urgenza mettendo fine ad incertezze e rinvii. Il Sindacato dei giornalisti ha già più volte dichiarato la propria disponibilità a discutere, ma dentro precisi confini: salvaguardia dell’occupazione escludendo qualsiasi traumatica gestione dell’organico in un’ottica di rilancio del prodotto sulla base di un chiaro progetto.
I giornalisti de “l’Unità” hanno attuato più giornate di sciopero per rivendicare chiarezza e progetto, oltre che i loro stipendi, e stanno attuando uno sciopero delle firme che per durata non ha precedenti. I collaboratori attendono da lungo tempo il pagamento delle loro spettanze. E’ ora di attuare una svolta anche nelle relazioni sindacali. Questo significa aprire rapidamente un tavolo di confronto: la salvezza di questo giornale storico della sinistra e dell’editoria italiana non può avvenire che con la convinta partecipazione di coloro che vi lavorano. Assai gravi sarebbero le responsabilità di chi non comprendesse questo e continuasse a sottrarsi ad un confronto trasparente”.


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