Caso “Ruby”. Giornalismo da buttare

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Ma finisce così , con qualche articolo di giornale  giustamente  molto critico con  lo speciale di Canale 5 ,“La guerra dei vent ‘anni. Ruby ultimo atto”, l’autoassoluzione del padrone Silvio Berlusconi che ha schioccato le dita e i servitori  si sono precipitato a raccontare favole agli italiani?  Non può che far piacere l’insuccesso di un programma lanciato da Mediaset come fosse  il film dell’anno. Un flop di ascolto, comunque lo hanno visto 1.425 000 spettatori, uno share del 5,8%, del tutto  inferiore alla media della rete. Vuol dire che sono stati in molti a staccare la spina immaginando di cosa si trattava. Il “ popolo” dei social network  ha fatto sentire la sua voce. Ma non può finire così , non bastano< le critiche e la diserzione da parte del pubblico. Intanto non ci risulta che l’autorità garante delle comunicazioni, a meno che non ci sia sfuggito, non ha detto una parola. Eppure ai “garanti” dovrebbe essere noto  che non si  possono,celebrare,  i processi in tv .Per di più questo è  stato un processo in cui era presente solo la difesa, assente totalmente l’accusa. La Rai per non rimanere indietro ha voluto dire la sua. Lo ha fatto un giornale radio del mattino intervistando la direttrice del Tempo, tornato ad essere berlusconiano  di ferro, la quale non ha trovato niente di meglio che definire Ilda Boccassini, una razzista per quella frase su Ruby, “ furba di quella furbizia orientale propria della sua origine”.  Una frase infelice, un lapsus visto che il Marocco  si colloca in diversa posizione geografica., in Nord Africa Può questa affermazione diventare l’ombelico del mondo, motivo di offesa nei confronti del procuratore aggiunto di Milano, nel meschino tentativo di smontare una requisitoria  durata sei ore?

Attacchi a raffica contro Ilda Boccassini
E poi dire stupidaggini per sostenere che il cavaliere  è una vittima, un perseguitato.  Sembra ormai un ritornello di giornalisti tappetino a libro paga del cavaliere ma anche di “autorevoli “ uomini di Stato, leggi addirittura il presidente della Commissione Giustizia del Senato, Nitto Palma, dice che sarebbe il primo caso  in Occidente di un leader politico eliminato per via giudiziaria”. Può essere perché in Occidente ci sono leader politici dimissionari per aver copiato una tesi di laurea. E’ d’uso nei paesi democratici  dimettersi prima , appena circolano notizie su qualche episodio disdicevole. E  si può deridere la Boccassini, come ha fatto un giornalista  su una testata berlusconiana, per  qualche  ancora Ilda Boccassini stava parlando e non aveva ancora avanzato la richiesta di condanna. E il coro è poi proseguito con l’attacco di Brunetta alla presidente della Camera che non avrebbe condannato la contestazione avvenuta a Brescia, di Capezzone, presidente della Commissione Finanze della Camera, il quale doveva far vedere che esiste, della scatenata Santanché la quale  dichiara che tutto il processo “è costruito sul pregiudizio”: Si riferisce alla frase sulla furbizia di Ruby e come la direttrice del Tempo, usa la parola “ razziale”. Il ministro Nunzia De Gerolamo è la prima a venire meno alla “ spirito di Spineto”, la consegna del silenzio affidata da Letta ai ministri. Parla di “ processo mediatico  a scopo destabilizzante” e brucia incenso in onore del cavaliere: “ Non saranno le costruzioni giuridiche ad arte o giudiziarie a fermare la sua ( di Berlusconi ndr)   opera di pacificazione del Paese”. Dal Pd arrivano, con un intervento del senatore Zanda, presidente dei senatori , risposte in difesa dell’operato dei giudici. “ Il rispetto che si deve alla Magistratura-afferma- è un dovere per tutto il Paese, ma è un dovere precipuo per noi che sediamo in  Parlamento”. Parole sagge, ma chi avrebbe il dovere di ascoltarle, fa orecchie da mercante, si affida a programmi come quello mandato in onda da Canale 5 per portare avanti campagne devastanti contro la Magistratura.

Si confeziona Ruby come una novella Maria Goretti
Le critiche a quella sceneggiata sono state molto. Ma , strano caso, o forse ingiustificato pudore, quasi nessuno ha posto l’attenzione su chi l programma l’ha confezionato. I giornalisti in primo luogo, quelli che si sono prestati a fare interviste preconfezionate, che con le loro domande hanno fatto apparire Ruby come una novella Maria Goretti. Certo il corpo è suo e ne può fare ciò che<vuole, Ma di lei abbiamo visto ben altre immagini  diverse  da quelle  dal programma berlusconiano, travestita, truccata daeducanda, timida e sperduta nel mondo dei grandi che l’assediano.  E per sfuggire alla presa chiede 57 mila euro per aprire una bottega da estetista. Furba è dir poco. E che dire del giornalista che ascolta il comizio di Berlusconi  invece di intervistarlo e ad ogni battuta del capo muove la testa in cenno di assenso. Forse l’Ordine dei giornalisti a fronte di una informazione che viene  ridotta come carne di porco di cui fare salsicce potrebbe farsi sentire.  La sceneggiata sulle “confessioni “ di Ruby è solo la punta di un iceberg , il segnale evidente del degrado della informazione. Siamo fra gli ultimi paesi al mondo  e non per un destino cinico e baro. Sarebbe l’ora che il giornalismo facesse i conti con se stesso


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