La sconfitta di oggi ci impone un cambiamento radicale

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La realtà qualche volta dà due schiaffi: bisogna tenerseli e capire quello che è successo. Più o meno con queste parole commentava diversi anni fa una sconfitta dell’allora nuova sinistra Franco Fortini, sulle pagine de “il Manifesto”. E un bagno di realtà va fatto fino in fondo dopo gli ultimi risultati elettorali. La ripresa di Berlusconi dimostra per lo meno due fenomeni: un pezzo d’Italia si rispecchia fedelmente nell’antropologia del “cavaliere” e la destra populista è radicata nel profondo della società. Inoltre, la televisione generalista conta tuttora tantissimo
. E chi ha vigilato sul serio sul rispetto della “par condicio”? E il conflitto di interessi torna di attualità stringente.
La fortissima affermazione del movimento “5 stelle” ci dice che un quarto del corpo elettorale (oltre alle astensioni crescenti) non si riconosce nella politica per come si è strutturata. Non si limita a criticare linee e proposte, critica la forma della rappresentanza per come si è determinata. Ecco perché è sbagliato e illusorio immaginare “accordi”. Improbabile davvero. La coalizione di centrosinistra si dovrà pure interrogare perché non interpreta i linguaggi e le voci del paese, preferendo rimanere all’interno della sua cittadella. La sconfitta (e di questa parola non si deve avere paura) è da approfondire sul serio. Guai a banalizzare o sminuire, sopire …. come il novello “conte zio”.
Aprire una stagione “costituente” di una nuova politica, sapendo che quanto è avvenuto il 24 e il 25 febbraio non è la conclusione, bensì l’inizio di un processo.
E’ un passaggio storico, da cui deriveranno conseguenze forse inedite per la stessa morfologia del sistema. Il Pd e Sel si unificheranno? E se sì, sarà solo un partito allargato o l’avvio di una seria riconsiderazione del vecchio modello di partito?
Qui sta la frontiera “a nord-ovest”. E poi, costruiamo con l’aiuto della rete un progetto sui temi essenziali. Una costituente del programma, quello della prossima (probabilmente imminente) scadenza elettorale, alla quale presentarsi con una nuova soggettività.
Una sinistra aperta e moderna, che si interroga sulla precarietà del lavoro e della vita.
Riscopriamo la politica nella sua dimensione di disegno storico, la speranza e l’utopia positiva.
La sconfitta di oggi ci impone un cambiamento radicale. Un messaggio immediato.
Infine. Quanti parlamentari aderiranno alla piattaforma di Acquasparta e al documento presentato da Articolo21 lo scorso 8 febbraio alla Federazione della stampa?


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