La crisi del mondo non fa notizia

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«Film e vignette islamofobe, fiammate di cieca violenza nel mondo arabo, massacri in Siria, altri massacri in Afghanistan.  Oltre la crisi dell’Italia c’è la crisi del mondo. E noi che viviamo nel cuore del Mediterraneo non possiamo permetterci di ignorarlo». Con questo appello la Tavola della Pace ha chiamato a raccolta il 26 settembre a Roma, nella Sala Natali della Rappresentanza della Commissione Europea in Italia, la vasta rete di associazioni che da anni, in un percorso congiunto, porta avanti percorsi in difesa dei diritti umani, in Italia come nel mondo. Al centro del dibattito la crisi economica globale, le spese per gli armamenti, la situazione dei paesi in guerra, la partecipazione del nostro Paese ai conflitti armati  e l’informazione su questi temi.

La vasta rete di associazioni ha presentato il programma di iniziative e gli appelli, obiettivi di lavoro costante.  Alla conferenza stampa  sono intervenuti fra gli altri, il coordinatore della Tavola della Pace, Flavio Lotti, il responsabile nazionale pace per le Acli (che ha lanciato l’iniziativa “Vuoi la pace? pedala”), Leopoldo Tartaglia, direttore delle politiche globali della Cgil, Luisa Morgantini di Assopace, Federico del Giudice, della Rete della Conoscenza, Francesco Cavalli, fondatore del premio Ilaria Alpi e Raffaele Crocco, giornalista e direttore de L’Atlante delle guerre, Stefano Corradino direttore di Articolo21 che ha messo l’accento sui doveri del servizio pubblico e sulla poca attenzione che continua a dare ai temi internazionali. Palestina,  sud del mondo,  Siria, Afghanistan, la Rai “se ne occupa solo – dichiara Corradino – se il numero dei morti è oltre una certa soglia, se ci sono stragi con molte vittime” e – continua Corradino – cosa ancora più grave ha in programma la chiusura delle sedi Rai all’esterno, in particolare nel sud del mondo”. L’analisi di Corradino viene ripresa anche nell’intervento di Francesco Cavalli, direttore del premio dedicato a Ilaria Alpi, giornalista Rai uccisa in Somalia nel 1994. “Si tratta di una tendenza generale, non solo del servizio pubblico – dichiara Cavalli – quest’anno al premio per il giornalismo che ogni anno si svolge a Riccione abbiamo toccato il minimo storico di servizi video dedicati agli esteri”. E’ un segnale che fa riflettere e che indica una tendenza sempre più preoccupante. Le associazioni, dunque, chiedono non solo di non chiudere le sedi Rai all’estero ma di ripristinare spazi adeguati per le notizie che arrivano dagli altri Paesi.
Informazione, crisi economica e spending review al centro del dibattito e  la rete di associazioni chiede che vengano riviste  le spese in programma per il settore della difesa. E’ di ieri l’incontro promosso da IAI e ISPI proprio sul ruolo dell’Italia nelle missioni internazionali ma il commento di Flavio Lotti, che ha assistito alla presentazione, non lascia intravedere cambiamenti di rotta, rispetto al precedente Governo.  «Va ripensata tutta la politica, non solo quella estera – commenta Lotti. E per partecipare a questo cambiamento serve ripartire dalle nostre città, dalle nostre attività. Per questo è importante darsi una agenda, un calendario di interventi tenuti insieme da obiettivi condivisi».
Tante le attività in programma: dalla Marcia Forlì – Cesena del 3 ottobre prossimo a quella in Palestina, dal 27 ottobre al 3 novembre. Ancora: Palestina e Israele (dal 29 dicembre al 6 gennaio) con Luisa Morgantini,  quarta marcia lodigiana e la prima cremasca il 7 ottobre prossimo.  Infine l’appello“Non c’è pace! Costruiamo la pace!” e l’appuntamento a seguire on line e nelle piazze l’agenda per la Pace, con un occhio al parlamento e alle spese militari in corso.

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