La violenza che ha colpito Charlie Hebdo viene da lontano
“L’attacco sanguinoso contro Charlie Hebdo ci fa ripiombare in un passato drammatico e doloroso, carico di paura e di angoscia”…
“L’attacco sanguinoso contro Charlie Hebdo ci fa ripiombare in un passato drammatico e doloroso, carico di paura e di angoscia”…
Hanno partecipato in tanti alla fiaccolata organizzata da Fnsi e Articolo 21 e numerose altre organizzazioni a Piazza Farnese in solidarietà col popolo francese e con i giornalisti di Charlie Hebdo
Ahmed Merabet era il poliziotto francese, di religione musulmana, di origine probabilmente algerina, che prestava vigilanza presso il periodico parigino Charlie Hebdo
Il sanguinoso, attacco alla libertà di stampa, impone a distanza di 13 anni da quello alle Twin Towers, una maturità di ragionamento e di atteggiamento che non sempre in questi anni è prevalso
da Parigi – Oggi, la Francia è stata colpita al cuore, nel ventre molle dei suoi centenari valori
“La Fnsi è vicina ai colleghi del settimanale così orrendamente colpiti e a tutti i giornalisti di Francia”
All’inizio dell’epidemia, nel Paese i medici erano solo 120, per 4milioni di cittadini
Sono passati quasi quattro anni dall’inizio del conflitto in Siria, duecentomila le persone uccise
Giovedì 1° gennaio la Corte di Cassazione, ha ordinato un nuovo processo per Mohamed Fahmy, Peter Greste e Baher Mohamed, i tre giornalisti di Al Jazeera arrestati il 29 dicembre 2013 e condannati il 23 giugno 2014 a sette anni di carcere
In Azerbaigian la repressione degli organi d’informazione non allineati segna un altro punto a favore del governo del presidente Aliyev
Morti 131, rapiti 119, imprigionati 179. Gaza il territorio più pericoloso, seguito da Siria e Pakistan. Ma non vanno sottovalutate le morti in Messico e Centroafrica
Il conflitto ha provocato decine di migliaia di morti. Almeno 10.000, secondo le stime più attendibili, ma il conto è difficile
Tre milioni e 600.000 persone fuggite dalla Siria si trovano nei cinque principali paesi dell’area: Turchia, Libano, Giordania, Iraq ed Egitto
La campagna invita le donne arabe a schierarsi per i propri diritti, condividendo sulla rete foto e video che le ritraggano al volante
Sebbene il 2014 si sia chiuso con la positiva notizia del disgelo tra Cuba e Usa permangono nel Centro e Sud America forti contraddizioni
Il citizen journalism è diventato un bene diffuso e questo dimostra l’attenzione e il desiderio di essere informati, partecipi. Ma dei 244 giornalisti arabi uccisi in Siria dall’inizio del conflitto, la stragrande maggioranza dei quali ovviamente siriani, non si parla. Strano? Certamente grave e doloroso.
L’uomo, 30 anni, era stato arrestato un anno fa per un articolo “serio” e politico
Sembra di essere tornati indietro di 23 anni, a prima di Gorbaciov ultimo segretario del Partito comunista sovietico
Prendete una carta geografica del pianeta, guardate l’Africa, immensa, ricca (potenzialmente), difficile da capire
Il Paese avrà il suo nuovo presidente, il primo del dopo Ben Ali.
Alle minacce dei “vandali” nordcoreani ha fatto seguito un’agguerrita rappresaglia Usa che ha bloccato per una giornata intera tutta la rete
La crisi che la Nigeria sta vivendo apre numerosi interrogativi su una situazione drammatica che si sta consumando sotto gli occhi di tutti
Stasera a Roma, chi sta dalla parte della libertà d’informazione chiederà la scarcerazione dei giornalisti arrestati
Oggi, lunedì 22 dicembre, 5 milioni di Tunisini aspettano di conoscere i dati ufficiali che decreteranno il nuovo presidente della repubblica. Gli exit poll sono tutti per Béji Caid Essebsi ottantottenne leader del Nidaa Tounes (“Appel de la Tunisie”)
Articolo21 Liberi di, l’ Ordine dei Giornalisti, la Federazione Nazionale della Stampa Italiana, l’UsigRai, la Tavola della Pace, il Comitato 3 Ottobre, Stampa Romana, e Libera Informazione hanno confermato il presidio e la fiaccolata
Mezzo mondo senza dati, così titola l’Economist l’articolo sul progetto Missing Map, nato con lo scopo di mappare le aree più remote del globo
Nella Repubblica Centrafricana i bambini non fanno più notizia, ma oltre 2,5 milioni di essi continuano a vivere in costanti situazioni di paura. Hanno uno scarso accesso a servizi essenziali e fanno completo affidamento sugli aiuti umanitari. Non dimentichiamoci di queste umanità disperate, non ricordiamoci di loro solo a Natale