Il 2015, Articolo21 e la libertà di informazione. Un anno di lavoro di squadra

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Nelle ultime quarantotto ore del 2015 abbiamo chiesto ad Antonio Di Bella di parlarci della Francia e dell’eredità velenosa dell’anno degli attentati. A Raffaele Crocco di accendere i riflettori sulle tante guerre dimenticate, dalla gran parte dei media, in varie realtà del pianeta. Con Valerio Cataldi e Antonella Napoli siamo andati ad approfondire il dramma di due realtà, Turchia e Darfur, così diverse tra loro ma accomunate dai sentimenti di disperazione della povera gente a cui è negata, da governi autoritari e illiberali, la speranza di un futuro migliore… E Flavio Lotti, richiamandosi alle parole di Papa Francesco ci invita a non abbandonarci alla rassegnazione e all’indifferenza.

E non restare indifferenti è proprio ciò che abbiamo tentato di fare in questo 2015, così come negli anni precedenti, dal 2002, sul nostro sito. Insieme a quasi settecento amiche ed amici di Articolo21 – la lunga lista di nomi che potete leggere in coda alla home page – che quotidianamente o in modo più sporadico, hanno alimentato il nostro strumento di informazione quotidiana, con riflessioni, commenti, articoli, interviste. Fatti e retroscena. Denunce e proposte.

Non abbiamo mai ricevuto contributi, né pubblici né privati ma siamo stati sempre ripagati dal sostegno dei nostri collaboratori. E dei nostri lettori, che oltre ad aumentare di anno in anno interagiscono ogni giorno segnalandoci i tanti casi in cui l’informazione viene negata o censurata. Gli accessi al sito sono pertanto in costante aumento, ora anche in seguito al rilancio delle nostre pagine facebook e twitter (e ringraziamo Matteo e Anna per il prezioso contributo sui social).

Ci siamo occupati dei conflitti sparsi nel mondo, dei profughi in fuga dal Medioriente o dal Nord Africa e diretti verso le nostre coste. Accolti da comunità non certo ricche ma profondamente umane e solidali come quella di Lampedusa e respinti da un’informazione che, in troppi casi, ha alimentato paura e odio.
E poi abbiamo dato voce ai tanti cronisti di periferia che per amore della verità hanno denunciato il malaffare, da nord a sud. Paolo, Michele, Giovanni, Federica, Marilù, Nello, Ester… Hanno raccontato i fatti, luogo per luogo, nome per nome. Hanno denunciato e smascherato complicità. E per questo hanno subito minacce. Il nostro sito è il loro sito e di tutti coloro che denunciano le ingiustizie sociali e la sorda indifferenza dei media. E ogni qual volta un collega subirà intimidazioni per un articolo o un’inchiesta scomoda noi la ripubblicheremo ed inviteremo altri giornali, tv, radio e siti web a fare altrettanto.

Il nostro auspicio per il 2016 – e lo spirito con il quale lavoreremo e che ci ha spinto a promuovere con altri la rete “Illuminare le periferie” – è quello di fare ancor più squadra, aprirci a nuove collaborazioni, nuovi temi da condividere, nuove battaglie civili da ingaggiare. Perché, come ci ricorda Sepulveda, “la libertà è uno stato di grazia e si è liberi solo mentre si lotta per conquistarla”.
Buon anno a tutti


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