Smantellare la Rai per evitare trasmissioni scomode

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Come era quella che la destra vuole aprire un confronto sulla nuova legge per la Rai?
Possibile mai che ci sia sempre qualche allocco che cada nella trappola?
La destra ha già chiuso il Parlamento, oltre cento i voti di fiducia, ha approvato il decreto paura, ha criminalizzato la protesta, si appresta ad approvare, ancora a colpi di voti  fiducia, il bavaglio ai magistrati, annuncia il blitz sul presidenzialismo, appoggia guerre e riarmo, secreta i nomi di giornalisti, volontari, ecclesiastici spiati, ma, invece, vorrebbe tanto trovare una intesa sulla Rai: una narrazione tossica iniziata sin  dal giorno degli Stati generali sul servizio pubblico e proseguita tra un oscuramento di Gaza e il buio sui referendum.
Tutto é iniziato quando hanno eseguito il primo ordine impartito della destra: cacciare Roberto Saviano e Fazio Fazio, anche allora quanti silenzi, quante ipocrisie! “Tanto non sono giornalisti”, ci disse un amico  sedicente sindacalista.
Dopo Fazio e Saviano, un lungo elenco di donne e uomini sgraditi, testate occupate, programmi chiusi, ascolti in calo, la rapida trasformazione del servizio pubblico in agenzia di governo, secondo il modello, prevalente nei paesi ex comunisti.
Questa denuncia arriva da tutti i rapporti internazionali, dalla Commissione europea ad Amnesty, da Reporter sans Frontiéres al Consiglio d’Europa..
Eppure molti hanno finto di non sapere e di non vedere.
Così sta accadendo per il Media Freedom Act, largamente disatteso e stracciato, basti pensare alla mancata riforma della Rai  allo spionaggio, alla tutela delle fonti ,al segreto professionale, alle querele bavaglio..
Nei giorni scorsi hanno anche annunciato che manderanno via decine di croniste e cronisti dagli ultimi programmi di inchiesta sopravvissuti. Come se non bastasse annunciano tagli alle puntate e ai budget di Report, Presa diretta, Petrolio, Rebus, Indovina chi viene a cena, vogliono chiudere persino Il caffè di Pino Strabioli, in compenso si fa trapelare la possibilità che Tommaso Cerno possa andare a Rai  Tre.
Cosa altro debbono fare per far comprendere che vogliono tutto e che hanno deciso di smantellare quella rete? Per loro equivale al rogo dei libri proibiti.
Chi ha davvero a cuore la Costituzione abbandoni i sogni impossibili e decida di promuovere una grande campagna per denunciare le violazioni e pretendere la  immediata applicazione Media Freedom Act.
Forze politiche, associative, sindacali, almeno quelle non colluse e compromesse, presentino una proposta di legge per l’immediato recepimento della direttiva, coinvolgano la Commissione Europea, chiedano ispezioni e sanzioni, come già accaduto in Ungheria.
Lunedì alla Casa delle donne, in occasione della festassemblea, Articolo 21 annuncerà la sua iniziativa, costruita con costituzionalisti, giuristi, associazioni internazionali e nazionali e avvierà la presentazione degli esposti.
Se a qualche amico o compagno non dovesse piacere, ce ne faremo una ragione e andremo avanti lo stesso!


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