Ieri pomeriggio nell’aula bunker del carcere di Opera si è tenuta la terza udienza preliminare del processo Hydra, nato dall’inchiesta realizzata dalla Direzione Distrettuale Antimafia di Milano. L’ipotesi accusatoria ha consentito di ricostruire quello che è un vero e proprio “sistema mafioso lombardo”, frutto della sinergia criminale delle diverse organizzazioni mafiose di origine italiana che, lungi dal farsi la guerra per la conquista del territorio, hanno preferito, ormai da decenni, mettersi d’accordo per sfruttare al meglio le prospettive di illecito guadagno e di riciclaggio economico.
Nel corso dell’udienza il Gup Emanuele Mancini ha disposto con propria ordinanza l’ammissione delle parti civili. Anche Libera è stata ammessa come parte civile, insieme ai Comuni di Milano e Varese, Città Metropolitana di Milano, Regione Lombardia e Wikimafia.
Un risultato importante che è in linea con analoghe costituzione di parti civili che Libera ha promosso in altri procedimenti per associazione mafiosa nel nostro paese.
In un momento in cui non si parla più di mafie e di corruzione e che, come ricorda il presidente di Libera don Luigi Ciotti, si è passati dal crimine organizzato al crimine “normalizzato”, dalla Lombardia, la prima regione per numero di reati spia, parte un segnale di impegno e di responsabilità per tutta la società civile e responsabile a fronte dell’ipoteca criminale che l’alleanza tra le diverse organizzazioni mafiose determina sull’economia e sulla società in Lombardia.
La presenza nel processo Hydra rappresenta un’occasione importante per fare crescere la sensibilità delle giovani generazioni nei riguardi di mafie e di corruzione, con il coinvolgimento di scuole e di università nel corso di un procedimento che per le sue dimensioni si annuncia di lunga durata.
L’ammissione di Libera come parte civile è infine il riconoscimento del lavoro svolto in questi tre decenni in Lombardia e un punto di svolta nell’azione della rete di associazioni antimafia nei prossimi anni.