“La strategia di svuotamento delle redazioni con i trasferimenti nelle redazioni regionali ha come effetto – pensato, non pensato? voluto, non voluto? – ma ha come effetto chiaro l’indebolimento delle strutture di giornalismo che hanno fatto le inchieste in questo Paese, che hanno anche fatto la storia del giornalismo in questo Paese. Allora questo è un problema che però riguarda la politica. Ho chiesto sia alla segretaria del Partito Democratico – ovviamente l’obiettivo è condiviso da Nicola Fratoianni – e al leader del Movimento 5 Stelle, Giuseppe Conte, l’ho chiesto stamattina, che facciamo noi come politica un passo per chiedere conto ai vertici della Rai di quello che sta accadendo. Non perché vogliamo entrare nelle dinamiche del rapporto lavoratori, sindacati e azienda, ma perché noi vogliamo capire quali sono le conseguenze rispetto ad alcune scelte. Faccio un esempio: io sono stato messo su un giornale in prima pagina, un anno fa circa, insieme a Elly Schlein, insieme a Giuseppe Conte e insieme a Nicola Fratoianni, con foto segnaletiche come complici di Hamas. Un’accusa ignobile rispetto a un attentato terroristico che ha visto persone morire e poi con tutte le conseguenze che abbiamo visto, che per noi è una rappresaglia inaccettabile a Gaza. Ebbene il direttore di quel giornale si chiama Tommaso Cerno! Voglio dire con molta chiarezza che se si pensa che la Rai debba essere un luogo di conquista di questo tipo per demolire il servizio pubblico, no! Su questo no, lo dico pubblicamente oggi per la prima volta: no, no, no! Perché chi usa e vuole utilizzare e trasformare la Rai in qualcosa di eterodiretto per contenuti devastanti e infami di questo genere, è un problema che riguarda tutte le opposizioni”. Queste le parole di Angelo Bonelli (AVS) al presidio dei giornalisti dei programmi Rai riuniti nel Coordinamento “Programmi Rai – Giusto Contratto” sotto la sede Rai di via Asiago a Roma.
