Maurizio Testa, Maigret e il caso Simenon. Homo scrivens 2023

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Conoscere Georges Simenon come uomo e come scrittore è un’impresa non facile, sia per il calibro del personaggio che per la mole delle fonti. Oltre a innumerevoli articoli, interviste, immagini, lettere vi sono alcune biografie come quella nota e ampia di “Pierre Assouline, Georges Simenon. Una biografia , Paris 1992, Bologna 2014” e lo stesso Simenon offre, tra le sue opere, un vasto materiale autobiografico. Per chi volesse avvicinare con una lettura più agile un personaggio così complesso può far riferimento a un testo più breve e curioso “Maigret e il caso Simenon”di Maurizio Testa, il maggiore esperto italiano di Simenon. Il testo è stato pubblicato nel 1999 e ripubblicato per Homo scrivens nel 2023, in occasione del centoventesimo anniversario della nascita di Simenon. E’ un romanzo in cui l’autore, ricalcando lo stile e le situazioni dei Maigret di Simenon, immagina il celebre commissario alle prese con un’insolita indagine, commissionata dal governo francese, per scoprire tutto ciò che riguarda la vita pubblica e privata e il valore artistico dello scrittore, prima di decidere di eleggerlo a simbolo della letteratura di lingua francese. Maigret accoglie con disappunto, anzi con vera avversione l’incarico ricevuto dal superiore, il giudice Comeliau e da uno sconosciuto alto funzionario di governo, certo Dubois; tuttavia non si può assolutamente sottrarre e mobilita, seppure dubbioso, la sua solita squadra composta da Lucas, Janvier e Torrence. Creata questa cornice romanzesca Maurizio Testa fornisce una vera e propria biografia dello scrittore pur concedendosi , ai fini della finzione, alcuni anacronismi; infatti Maigret conduce l’indagine alcuni anni dopo la morte di Simenon e intervista personaggi che sono stati importanti nella vita dello scrittore, ma alcuni erano morti addirittura prima di lui.

L’indagine parte da alcune scarne informazioni biografiche su Simenon fornite da Comeliau, ma ben presto Maigret e la sua squadra vengono investiti da fascicoli e fascicoli di materiali e foto dello scrittore e il commissario dovrà presto constatare “Questo sarà un lavoraccio. Questo Simenon era un vulcano. Ha fatto troppe cose nella sua vita per poterle controllare tutte”. Del resto anche le notizie sul Simenon scrittore non erano meno impressionanti. Maigret procede sistematicamente secondo il suo famoso metodo recandosi nei luoghi in cui lo scrittore era vissuto e parlando con le persone che lo avevano conosciuto. Si reca a Liegi dove il direttore della biblioteca des Chiroux, che lo aveva incoraggiato a tentare la fortuna a Parigi, racconta di Georges dodicenne instancabile e forsennato lettore. Dopo la morte del padre era riuscito a farsi assumere alla Gazzetta di Liegi, un giornale conservatore, in cui il giovane Simenon mise molta grinta nell’imparare il mestiere, animato fin da allora da una forte ambizione e determinazione di raggiungere successo e ricchezza scrivendo. Sarà poi l’ amico di Maigret, ispettore Gideau di Liegi, a metterlo al corrente della faccenda del fratello Christian, accusato dopo la guerra di collaborazionismo e di crimini di guerra, processato in contumacia, perché fuggito forse a Parigi dal fratello, sospettato anche lui di collaborazionismo. Maigret comincia a pensare che le accuse di collaborazionismo siano la ragione principale dell’inchiesta e certamente un importante filone da seguire. Tuttavia non trascura nulla e procede inesorabilmente col suo metodo di avvicinare luoghi e persone che hanno conosciuto lo scrittore per coglierne in profondità la personalità. Giunto a Parigi nel 1922 Simenon riuscì a vincere la diffidenza di Colette, allora direttrice de Le Matin, che dopo aver rifiutato a lungo i suoi racconti, colpita dalla tenacia del giovane, gli diede consigli preziosi per giungere al suo stile asciutto ed efficace e cominciò a pubblicarlo.

Simenon aveva così cominciato a vivere con i guadagni dei suoi racconti, soprattutto romanzi popolari rosa o gialli o feuilleton pubblicati a puntate sui quotidiani, che lo scrittore produceva con facilità notevole. Maigret incontra Pierre Lazareff, direttore di France Soir, ebreo e amico personale di Simenon, che lo difende dalle accuse di collaborazionismo. Si fa ricevere dai tre editori dello scrittore che confermano l’estrema attenzione di Simenon per i suoi interessi e il fatto che volesse essere padrone ed arbitro di tutto ciò che riguardava i suoi libri. Rivelano anche come tra gli anni ‘40 e ’60 rimase molto deluso per non aver ricevuto il Nobel, nonostante fosse stato più volte accreditato per una candidatura, mentre accettò con molta riluttanza il titolo dell’Accademia di Francia. Sarà il colloquio con la prima moglie Régine Renchon, detta Tigy, a chiarire a Maigret molti aspetti della personalità dello scrittore e in particolare due, l’accusa di collaborazionismo e il rapporto di Simenon con le donne: si era vantato di aver avuto più di diecimila amanti. Tigy parla dell’importanza della scrittura per Simenon, del modo tutto suo di vederla, del suo non amore per i riconoscimenti e il suo disagio verso il mondo accademico e le cerimonie ufficiali. Simenon fu molto deluso dalla Francia per l’accusa di collaborazionismo. Tigy sostiene che Simenon era sempre stato un uomo “chiuso nella sua vita privata, badava fondamentalmente al suo benessere e a quello della sua famiglia”. Non si era mai interessato di fatti politici e tanto meno sociali. Quindi, secondo Tigy, anche durante l’occupazione aveva cercato di non mettersi contro nessuno e di trarre qualche beneficio dalla sua posizione di scrittore famoso, del resto tutti quelli che lo conoscevano sapevano che Georges sapeva fare molto bene i suoi conti.

Sulla questione delle molte relazioni di Simenon con le donne Tigy, che non nega per esempio di essere stata al corrente dei suoi frequenti rapporti sessuali con la loro domestica Boule, sostiene che non era esibizionismo da parte dello scrittore, piuttosto una assoluta mancanza di riservatezza, che corrispondeva a un’esigenza di mettersi a nudo. “Era un po’ la sua fissazione cercare “l’uomo nudo”, cioè l’essenza dell’uomo, senza sovrastrutture e senza condizionamenti, più naturale possibile”. Tigy parla anche di come Georges avesse bisogno di una compagna molto stabile che stesse al suo fianco per dargli sicurezza, che gli consentisse di concentrarsi sul suo lavoro e ponesse dei limiti ai suoi eccessi. A tale bisogno avevano risposto lei, che era di tre anni più grande e matura. Anche Boule, sebbene su un piano diverso, aveva svolto per trent’anni questo compito, al quale aveva saputo rispondere anche Teresa, la compagna degli ultimi anni della sua vita. Molto difficile invece era stato il rapporto con la seconda moglie Denyse Ouimet, una donna dall’equilibrio psichico instabile, che aveva comunque creato problemi a tutta la famiglia. Maigret chiede se crede che Denyse abbia avuto delle responsabilità nel suicidio della figlia Marie – Jo. Tigy accenna al rapporto conflittuale di Marie – Jo con la madre già da bambina e del suo morboso attaccamento al padre. Maigret resta molto turbato dall’argomento sul quale tornerà quando incontrerà la cameriera Boule, la quale non tacerà la convinzione di precise responsabilità di Denyse nel suicidio della figlia. Man mano che Maigret procede nella sua indagine modifica il suo giudizio sullo scrittore. Dopo la conversazione con madame Tigy non lo convince più l’accusa di collaborazionismo e comincia a provare sempre più interesse e curiosità verso lo scrittore e ipotizza che la scrittura gli fosse necessaria per dargli fiducia, fosse per lui una specie di terapia. Da un’intervista di un giornalista radiofonico Maigret aveva appreso tutto sul processo creativo di Simenon. Egli cadeva in una specie di trance ispiratrice che lui chiamava “stato di romanzo”. “ Questo lo portava a vivere con il protagonista fino ad immedesimarsi completamente con lui. Poi iniziava a scrivere ”. Partiva da qualche semplice appunto sulle famose buste gialle, ma all’inizio non sapeva quale sarebbe stato lo svolgimento né la conclusione della storia. Procedeva al ritmo di un capitolo al giorno.

Da giovane resisteva a scrivere per dieci undici giorni e tanti quanti erano i capitoli del romanzo, in età avanzata non resisteva più di sette giorni. Maigret procede inesorabilmente nella sua indagine per la quale supera anche la paura di volare e si recherà negli USA dove riuscirà ad accedere agli archivi dell’FBI e della Cia. Negli archivi dell’FBI Maigret non trova niente di rilevante. Nell’archivio della CIA trova delle testimonianze di persone che avevano vissuto vicino a lui e lo additavano per le sue frequenti incursioni nei bordelli e il fatto che vivesse in casa con tre donne: la moglie Tigy, la segretaria Denyse e la cuoca Boule. Tuttavia nel complesso il dossier su di lui era abbastanza scarno. Nel procedere dell’indagine questo scrittore, che all’inizio Maigret detestava, gli diventa sempre più familiare fino a scoprire delle affinità e dei tratti comuni con lui, per esempio nel metodo di lavoro. Tutti e due inoltre amavano la cucina semplice e fumare la pipa. Maigret non trascurerà nessun aspetto della complessa vita di Simenon: il suo rapporto col cinema, con la psicanalisi e non trascurerà di recarsi a Losanna e dintorni, dove aveva trascorso l’ultima parte della sua vita. Parla con la sua segretaria, madame Aitken, incontra il dott.Durant, lo psichiatra che gli era stato vicino nei momenti più difficili della relazione con Denyse e infine Teresa, la donna che era stata con lui per trent’ anni e gli ultimi venti come compagna. Maigret conduce le ultime indagini a modo suo cercando l’uomo piùttosto che il personaggio pubblico e sempre più se lo sente vicino. Infine si convince che a Simenon tutta quella storia non sarebbe piaciuta e decide di difenderlo da coloro che volevano farne un emblema, andando a cacciare il naso nelle pieghe più nascoste della sua vita. Decide così di boicottare l’inchiesta e gioca un tiro alla Maigret al suo superiore giudice Comelieu e al dott. Dubois, rappresentante del governo francese.


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