Se posta a confronto con le guerre in atto è “solo” una piccola storia di corruzione in Italia, l’ennesima. Tuttavia il dossieraggio che va emergendo a latere di un’inchiesta della Procura di Genova ha molto a che vedere con la nostra democrazia e svela un certo modo di intendere la battaglia politica dentro il partito di Fratelli d’Italia. La storia avviene durante la campagna elettorale per le amministrative del capoluogo ligure: il comandante della polizia locale, Gianluca Giurato, passa un fascicolo al giornale La Verità; il contenuto riguarda un incidente stradale, l’investimento di una donna da parte di Silvia Salis che, al momento dell’uscita della notizia, è candidata sindaco per il centrosinistra a Genova. I fatti risalgono a circa un anno prima e il verbale fino a quel momento era rimasto secretato, poi, appunto, il capo dei vigili lo passa al quotidiano di area del centrodestra. Adesso, a margine di un’altra inchiesta, emerge che quello sarebbe stato un disegno per danneggiare la corsa di Salis, orchestrato da Sergio Gambino, un politico di Fratelli d’Italia, già assessore della giunta di Marco Bucci e poi anche nell’esecutivo di Pietro Piciocchi. Giurato era stato nominato capo della municipale proprio da Bucci nel 2018. Giurato e Gambino sono accusati di rivelazione di atti coperti dal segreto istruttorio e l’intera storia è uno stralcio dell’inchiesta per corruzione che coinvolge Gambino, oggi consigliere di opposizione, nell’ambito del filone che riguarda favori ad un importante imprenditore locale che si occupa di residenze per anziani ed accoglienza dei migranti. Si tratta di un’indagine che è alle sue fasi iniziali e la cui pubblicazione certamente scandalizzerà i molti sostenitori del segreto istruttorio, tra questi gli esponenti di Fratelli d’Italia, che molto hanno difeso le ultime norme bavaglio varate dal Ministro della Giustizia Carlo Nordio. E tuttavia autorevoli esponenti del medesimo partito, come Gambino, appunto, non si fanno scrupoli a violare lo stesso segreto a fini elettorali. E’ curioso, perlomeno. C’è poi l’aspetto politico: qualcuno in Fratelli d’Italia, di sicuro, si sarà arrabbiato con il politico locale che ha usato questi mezzucci per fini elettorali, sarà stato perlomeno richiamato alla correttezza. Forse.
