Preceduta da quella di Roma che una settimana fa ha saputo richiamare in piazza 300.000 persone, e due giorni dopo l’esplosione dello scontro Israele-Iran, è partita da Marzabotto (Bologna), intorno alle 10.30 la manifestazione nazionale “Save Gaza-Fermate il governo di Israele”, a cui hanno aderito oltre 130 realtà tra cui le Acli, l’Arci, l’Anpi, la Cgil e una decina di Comuni emiliani compresi Bologna e Reggio Emilia. Il concentramento è stato al parco Peppino Impastato, presenti alcune migliaia di persone. Altre se ne aggiungeranno a Pian di Venola. Da lì si arriverà al Poggiolo, dove sono attese 10mila persone: più o meno quelle che prendono parte alle celebrazioni del 25 aprile. Presenti in prima fila, a reggere lo striscione, il segretario nazionale della Cgil Maurizio Landini, la sindaca di Marzabotto Valentina Cuppi e il presidente dell’Ucoii Yassine Lafram. Alla partenza ci sono già più di 30 gradi. Sono previsti punti acqua lungo il percorso e bagni chimici. In cima ci sarà una struttura di accoglienza. Un supporto alla manifestazione arriverà dalla protezione civile regionale, che in questi giorni sta conducendo un’esercitazione a Pian di Venola. La manifestazione ripercorre i sentieri della più grande strage nazifascista compiuta in territorio italiano: 775 persone nei Comuni di Marzabotto, Monzuno e Grizzana Morandi furono trucidate tra il 29 settembre e il 6 ottobre 1944.
“Avevamo bisogno di una manifestazione di popolo, pubblica, larga e vasta- dice Alberto Zucchero, del Portico della pace di Bologna, uno degli ideatori- siamo qua dove in pochi giorni furono uccisi tanti bambini, donne e anziani mentre infuriava la caccia ai banditi e ai ribelli, ma in quel contesto pseudo-militare si compì una strage ed un eccidio di persone di cui non si percepiva la dignità umana. Penso si possa fare un paragone con quello che sta succedendo a Gaza”. La manifestazione di oggi vuole “lanciare un grido umanitario”, ma non solo: “L’obiettivo politico di pressione verso il Governo. Occorre assumere le decisioni necessarie perché si fermino le decisioni dei governi, le azioni militari e la guerra che sta incendiando il mondo. Stiamo andando precipitosamente verso un affondamento del Titanic e continuiamo a ballarci sopra. L’opinione pubblica deve manifestare e chiamare forte un cambiamento”, conclude Zucchero.