Straordinaria l’efficienza del Mossad nell’attacco all’Iran. Sapere in quale stanza dorme un obbiettivo e colpire con droni introdotti in una dittatura militarizzata è una missione inaudita. Ecco che resta molto sospetta “l’inerzia” dimostrata dal governo israeliano durante l’attacco di Hamas nell’ottobre 2023. La quasi totalità delle vittime e degli ostaggi israeliani erano nemici di Hamas, ma soprattutto delle destre ebree: i pacifisti. Ecco perché l’inchiesta della magistratura israeliana su Netanyahu non giungerà ad alcun risultato: il governo sapeva ed ha sfruttato la strage di Hamas.
L’assordante silenzio dei paesi arabi nei confronti delle stragi di palestinesi fa capire che nessuno vuole la soluzione dei due stati. Ciò anche per le autocrazie arabe che hanno sempre odiato la libertà intellettuale del popolo palestinese, che forma l’élite professionale della regione mediorientale.
Analogo odio per i regimi sciiti e loro derivazioni. Solo un antisemitismo di facciata blocca le manifestazioni di plauso da parte dei tanti dittatori arabi per i bombardamenti in Iran. Come per Hamas, i mussulmani sunniti non vogliono la distruzione del regime degli ayatollah, anche perché potrebbe nascere, come in Palestina, una vera democrazia nell’area. Sarebbe peggio di Israele.
Netanyahu sta facendo, per il mondo arabo, il lavoro sporco che nessun altro può e sa fare. In tutte queste azioni militari l’appoggio Usa è incondizionato, avendo lasciato il potere militare nel Medio Oriente a Israele, che rappresenta, comunque, l’unica democrazia nell’area. L’attacco contro i palestinesi è quasi ben visto dal governo italiano. Si tratta solo di un incidente di percorso.