Le vittime confermate sono:
• Ismail Badah, fotografo per Palestine Today Channel
• Samir Al-Rifai, giornalista per l’agenzia Shams News
Tra i feriti gravi figurano:
• Ahmed Qalja, fotografo per Arab TV
• Imad Daloul, corrispondente satellitare per Palestine Today
• Imam Badr
“Una politica deliberata per silenziare la voce palestinese”
Con questo attacco, il numero totale di giornalisti palestinesi uccisi dall’inizio dell’offensiva israeliana sulla Striscia di Gaza sale a 225, una cifra definita “senza precedenti” dal sindacato di categoria, che accusa Tel Aviv di perseguire una strategia “deliberata e sistematica per mettere a tacere la voce palestinese e nascondere la verità”. In una nota ufficiale, il sindacato ha chiesto alla Corte penale internazionale di aprire “un’indagine internazionale indipendente” per accertare le responsabilità e punire i crimini commessi contro i giornalisti. “Colpire i media all’interno di una struttura ospedaliera costituisce una gravissima violazione del diritto internazionale umanitario e delle Convenzioni di Ginevra”, si legge nella dichiarazione. Le responsabilità, secondo il sindacato, ricadono anche sul Consiglio di Sicurezza dell’ONU, sulle Nazioni Unite e sulle organizzazioni internazionali per i diritti umani e la libertà di stampa, accusate di un “silenzio complice” e di una “inazione sconcertante” di fronte alla sistematica eliminazione di voci critiche nella Striscia. Il sindacato ha inoltre lanciato un appello ai sindacati internazionali dei giornalisti e alle organizzazioni mediatiche mondiali affinché assumano posizioni ferme e misure concrete, a livello giuridico e diplomatico, per chiedere giustizia per le vittime e porre fine agli attacchi contro la stampa. Il comunicato si conclude con un forte messaggio di resistenza: “I ripetuti massacri israeliani contro i giornalisti non fermeranno la loro missione. I professionisti dei media palestinesi continueranno a trasmettere la verità, nonostante la repressione. I martiri della stampa non sono semplici statistiche, ma simboli viventi di una coscienza collettiva che non potrà mai essere messa a tacere.”