Dal 16 al 19 maggio torna al valico di Rafah una delegazione italiana: in missione 60 persone tra parlamentari, giornalisti e società civile con l’obiettivo di entrare nella Striscia.
Sono 60 e partiranno il 16 maggio per il valico di Rafah e la Striscia di Gaza. Sono 60 e rappresentano la politica, il mondo dei media e della società civile italiana. Sono 60, “un unicum”, come ha detto la Boldrini durante la conferenza stampa che si è svolta oggi a Roma per presentare il progetto promosso dall’Associazione delle organizzazioni italiane di cooperazione e solidarietà internazionale (AOI), ARCI e Assopace Palestina.
Un convoglio che torna dopo un anno in quei territori e al quale parteciperanno, oltre agli operatori e alle operatrici delle organizzazioni della società civile, anche 15 parlamentari, 2 eurodeputati, 13 giornaliste e giornalisti, accademici ed esperte di diritto internazionale.
Alfio Nicotra (AOI):
“Un anno fa siamo stati a Rafah. Quello che c’era ora non c’è più. Rafah è occupata dall’esercito israeliano che l’ha sostanzialmente distrutta. Quando siamo andati lo scorso anno c’erano molti rifugiati; ora è sotto occupazione israeliana. Dopo un anno abbiamo deciso di fare nuovamente questa marcia con la partecipazione della società civile, di giornalisti e parlamentari, perché ognuno deve fare la propria parte.
Dal 2 marzo non passa più uno spillo: si tratta del blocco più grave dal 7 ottobre 2023. Non c’era mai stato un periodo così lungo e la situazione è drammatica: fame, sete, malattie stanno colpendo soprattutto i più fragili. Di nuovo siamo di fronte a un crimine contro l’umanità.
Come AOI partiamo anche per dare un tributo ai nostri colleghi che sono morti a centinaia. Dal 7 ottobre sono diventati target luoghi protetti dal diritto internazionale, come i campi profughi, gli ospedali, le scuole. Siamo di fronte a un salto di qualità di quell’operazione che porta al realizzarsi di folli progetti di deportazione dei palestinesi e pulizia etnica.
Sosteniamo che la comunità internazionale, le istituzioni europee e il governo italiano non hanno fatto niente e ciò che hanno fatto va nella direzione di favorire il governo israeliano: si deve interrompere questa cosa!”.
Luisa Morgantini (Presidente di Assopace Palestina):
“Noi siamo responsabili. Ci sentiamo tali. Ogni notte riceviamo messaggi disperati di bambini che hanno sete, giovani disidratati, il giornalista che dice ‘siate la mia voce’ ora è disidratato e non riesce neanche a parlare. È l’orrore che arriva sotto i nostri occhi.
Ma noi ci siamo. È importante questa unità tra media, parlamentari e società civile. I media sono responsabili di ciò che non si dice. È importante che vengano anche loro.
Dobbiamo fare verità. Vedere, capire, tornare e agire. Il tempo è adesso. Era molto prima il tempo. È impossibile osservare questo orrore, questo dolore.
Dobbiamo chiedere all’Europa che si sospenda l’accordo di associazione, che non si vendano armi… Torneremo dalla Striscia e faremo”.
Walter Massa (Presidente di ARCI):
“Voglio fare un parallelismo: domani (14 maggio – ndr) alle 13 a Roma ci sarà una conferenza che lancerà le iniziative contro il decreto sicurezza.
Non solo si ignora, ma si sta mettendo in atto una repressione contro le iniziative di solidarietà verso il popolo palestinese. È successo anche durante il Giro d’Italia a una ragazza che aveva la bandiera palestinese…
Sono contento che finalmente stanno andando avanti tante iniziative pro Palestina. E sono contento di tornare dopo un anno mettendo i nostri corpi a disposizione della verità.
Questa seconda carovana ha molto senso, è cresciuta e può squarciare il velo di ipocrisia troppo colpevole”.
Laura Boldrini (Partito Democratico):
“Ringrazio AOI, ARCI, ASSOPACE PALESTINA per organizzare una delegazione che è un unicum. Qui abbiamo messo insieme l’Italia che non ci sta alla violenza, alla violazione dei diritti umani, alla cancellazione del diritto internazionale.
Ci sono parlamentari italiani e italiani che siedono al Parlamento europeo, ci sono le università, le associazioni, le ONG, giornalisti e giornaliste.
Noi non ci ritroviamo nelle politiche di cancellazione e oscuramento di ciò che sta accadendo e non ci stiamo.
Siamo 60: forse è la più grande delegazione che si spingerà ai confini di Gaza.
Noi vogliamo andare a testimoniare la situazione a Gaza.
Abbiamo scritto lettere all’ambasciatore italiano in Egitto, che ringraziamo per la disponibilità, a Tel Aviv, a cui abbiamo chiesto di poter entrare – perché noi dobbiamo chiederlo a Israele – e non abbiamo ricevuto risposta. E già questa è una notizia che dice tutto…
Continueremo a fare richiesta, anche interpellando Tajani.
La Meloni, madre, cristiana, non è riuscita a dire una parola contro la guerra per non irritare l’alleato Netanyahu.
Noi vogliamo portare la nostra solidarietà e rompere il muro del silenzio. Vogliamo capire, denunciare e raccontare”.
On. Marco Grimaldi (Alleanza Verdi e Sinistra):
“Siamo in 60 ma sappiamo di essere molti di più. Abbiamo gli occhi addosso di un intero Paese che vorrebbe essere con noi.
Noi siamo appena tornati dalla Cisgiordania, sapevamo di non essere soli, ma ci sentivamo soli.
I palestinesi che ci hanno accolto lo hanno fatto con le lacrime.
Noi vogliamo entrare a Gaza perché le parole non sono più sufficienti. Siamo di fronte a un campo di sterminio.
Nessuno vuole fare similitudini, ma qua siamo di fronte a una novità: pensavamo che la fame e la sete fossero aboliti come strumenti di guerra.
Ora, dopo un genocidio, le bombe in diretta, siamo di fronte a un passaggio successivo: un film horror che ha come protagonisti delle persone che oggi non hanno più saliva in bocca.
Chiedo a più persone possibili di venire con noi.
Faccio un appello al governo: noi siamo in partenza perché non ci sentiamo complici. Ci sentiamo tutte le responsabilità, ma non complici.
Chiediamo al governo non di dire qualcosa, ma di fare qualcosa.
L’unica cosa che si può fare è unirsi e dire ad Israele di fermarsi!
Non so se troveremo quei varchi aperti. Ma vorremmo che quei varchi si aprissero prima del nostro arrivo.
Vogliamo far entrare acqua, cibo, energia. Non vogliamo che Gaza muoia di fronte all’indifferenza”.
On. Stefania Ascari (Movimento 5 Stelle):
“Noi ritorniamo a distanza di un anno. È un dovere tornare ed essere lì. È una sfida contro un silenzio criminale”.
Cecilia Strada (Europarlamentare – Alleanza progressista di Socialisti e Democratici):
“Il governo di Israele sa bene cosa è la sofferenza dei civili e sa bene come si fa del male e sta facendo tutto ciò che è in suo potere per far soffrire in varie dimensioni.
E aggiungerei una parola per i feriti, la maggior parte dei quali sono mutilati e avranno bisogno di cure per tutta la vita…
È una situazione mai vista, con questo livello di complicità da parte dei governi.
Rinnoviamo in Europa il nostro sostegno all’Ucraina e non è stata fatta una risoluzione su ciò che succede a Gaza.
La Commissione non intende sospendere l’accordo di cooperazione UE-Israele.
Per molto tempo si è detto che l’Europa non faceva niente. Credo sia peggio: l’Europa è complice.
Quando parliamo di embargo bisogna parlare di embargo bilaterale: non bisogna vendere e non bisogna comprare dallo stato di Israele.
Insieme a un gruppo di Parlamentari da luglio scorso stiamo chiedendo la revisione dell’accordo, lo stop al commercio, sanzioni — tutte cose che significherebbero semplicemente rispettare la legge.
Dobbiamo aggiungere una cosa: dobbiamo proteggere la Corte Penale Internazionale, uno dei pilastri su cui si fonda il nostro sistema europeo di giustizia, che è duramente sotto attacco.
Nella enorme frustrazione di parlamentari che si trovano in istituzioni che non riescono ad incidere e usare tutte le leve per riuscire a fermare ciò che sta facendo Israele a Gaza, noi dobbiamo continuare a provare, anche con i nostri corpi…”
Durante la missione, la delegazione incontrerà attivisti palestinesi, operatori umanitari, agenzie internazionali e delle Nazioni Unite, per raccogliere testimonianze dirette dai sopravvissuti e da chi da oltre 18 mesi lavora al fianco della popolazione civile, tanto a Gaza quanto in Cisgiordania.
E noi cosa possiamo fare?
👉 Seguire, moltiplicare le voci, condividere, amplificare ciò che accadrà in questa tre giorni.
📺 Per rivedere la diretta:
https://www.facebook.com/watch/live/?ref=watch_permalink&v=656906473826983