Professore in prima linea per oltre 11 anni in scuole della periferia romana, Emiliano Sbaraglia conduce il lettore nella sua terza media di Tor Bella Monaca in cui coraggiosamente ha avvicinato i ragazzi al sommo poeta descrivendolo come un fuoriclasse, alla stregua di Totti.
I professori – o per lo meno alcuni – sono i veri eroi del nostro tempo. È questa sicuramente la sensazione più forte che resta dopo aver terminato la lettura di “Leggere Dante a Tor Bella Monaca” di Emiliano Sbaraglia, pubblicato da Edizioni e/o (149pp., 17 Euro), un saggio sulla scuola che ha il sapore di un racconto narrato in prima persona, che porta il lettore tra i banchi di una terza media della periferia romana.
È lì che l’autore – voce narrante e protagonista del libro – con coraggio decide di inserire nel programma di letteratura dell’ultimo anno la lettura di alcuni passi della Divina Commedia, avvicinando Dante a Totti e raccontando i dissapori tra guelfi e ghibellini quasi si trattasse di un derby, nella piena consapevolezza che per molti di quei ragazzi quella costituirà l’unica occasione per conoscere Dante e la sua opera.
E così dopo aver presentato i ragazzi che compongono la sua classe – svogliati, esuberanti, curiosi, talvolta difficili e con storie familiari complesse – il Prof, con grande perplessità dei suoi colleghi nonché timori di studenti e genitori sul fatto che questa digressione possa lasciarli indietro con il programma ministeriale, inizia questa sfida, tutt’altro che semplice. Una sfida tuttavia totalmente vinta, e che culminerà in una gita a Firenze con pernotto, fortemente richiesta dai ragazzi e organizzata dal professore durante il fine settimana in considerazione del parere avverso della preside.
Sbaraglia nel raccontare questa esperienza, in modo agile, con toni a tratti forse edulcorati, dimostra che una scuola diversa è possibile e che coinvolgere anche ragazzi di realtà periferiche difficili, spesso ‘dati per persi’ – in cui è altissimo l’abbandono scolastico – è una strada percorribile, con impegno e coraggio.