Una fila lunghissima e interminabile (sobria, non si preoccupi il ministro Musumeci) che non si ferma. Anzi, aumenta.
L’ultimo omaggio a Papa Francesco è un evento nell’evento. Il fiume umano che ha circondato la Basilica di S.Pietro ci parla, ci urla molte parole.
Di fronte ad un mondo sempre più orrendo, c’è una moltitudine che vuole resistere e trova in Francesco il riferimento oggi più solido. La decrescita non felice dell’autorevolezza della sfera politica restituisce alla fede un valore laico come prima forse mai.
Vale a dire: c’è bisogno di pensieri e di passioni che irrompano nelle routine quotidiane così modeste.
Ci voleva un Papa per risvegliare le coscienze, anche quelle secolari, tramortite dalla mancanza di speranze e di utopie. In fila, nelle ore trascorse insieme alla società civile in carne e ossa – non la versione immaginifica e strumentale che spesso è evocata- , abbiamo condiviso timori e sentimenti veri.
Alla fine del percorso, quando si appalesa la salma di Lui in una chiesa stupendamente illuminata (avrebbe fatto invidia a Giorgio Strehler), una lacrima scende sul viso. Bello o brutto che sia.
Un inchino, un groppo alla gola. Il timore che un sogno stia svanendo. E via, nella calca di una piazza che non si ricorda tanto piena.
Per chi c’era, viene alla mente la grandiosa massa attorno al feretro di Enrico Berlinguer. Cattocomunisti? Ma pure sua. Perché no? In fondo, grazie a Bergoglio e a Berlinguer, siamo ancora qui a lottare per la pace, per gli ultimi e i penultimi, per chi soffre e per chi -giovane- ha diritto al suo futuro. Certamente, ai funerali di sabato 26 ci saranno spettri e sepolcri imbiancati. Ma passeranno e la Storia li inghiottirà.
Papa Francesco, comunque la si pensi e qualsiasi sia il rapporto con la trascendenza, ha cambiato l’ordine degli addendi secondo la predicazione di Cristo, il primo rivoluzionario: gli ultimi saranno i primi. Impossibile? Possibile. Anche Cristo è risorto.
PS: sarà un caso che le esequie siano attraversate dalle manifestazioni antifasciste e antirazziste del 25 aprile?