Abbiamo visto immagini potenti ai funerali di Papa Francesco, come solo la Chiesa sa creare quando si mostra nei suoi riti sacri. Immagini potenti e commoventi entrate nelle case con dirette tv di 4 ore dalle quali era difficile staccarsi. Eppure su tutte le prime pagine dei quotidiani e nei servizi tv oggi ci sono loro a rubare la scena a Papa Francesco. Trump e Zelensky che si parlano fitto e a bassa voce dentro la Basilica di San Pietro, prima del funerale con la bara ancora lì, a pochi metri di distanza da loro. La grandiosità dei marmi e delle colonne della Basilica fanno da sfondo a due uomini piccoli, seduti su due semplici sedie che non si vedevano da quando uno aveva cacciato l’altro in malo modo da casa sua. Una foto storica è stata subito definita, una foto che ci mostra come la realtà a volte vada oltre qualsiasi immaginazione. Non sappiamo che cosa si siano detti, ma entrambi hanno avuto parole positive su quel breve colloquio che, dobbiamo sperare, porti ad un cessate il fuoco in Ucraina e apra alla pace. C’è chi titola “il primo miracolo di Bergoglio” chi anche davanti ad una foto così potente si lascia andare a considerazioni provinciali sulla presenza dei due angeli custodi Macron e Starmer al fianco di Zelensky, ma non di Meloni, che ha avuto peraltro nel pomeriggio un incontro di un’ora con il premier ucraino. Banalità rispetto a quello che è accaduto ieri nella basilica di San Pietro. Qualcosa tra il sacro e il profano che solo un presidente come Trump poteva mettere in scena. Un presidente incurante del protocollo che non perde occasione di bullizzare anche i suoi alleati.
Ha persino sbagliato il vestito per il funerale, un bluette che spiccava tra i completi neri e blu scuro degli altri presenti, ma da Trump ormai ci si aspetta di tutto. Dall’Air Force One, mentre rientrava negli Usa, ha lanciato un avvertimento a Putin. “Non prendermi in giro” facendo capire che la sua pazienza sta finendo. Trump e Zelensky pare abbiano ricucito un rapporto sfilacciato, mentre Putin ha fatto sapere di essere disponibile ad una trattativa senza pre condizioni. Cosa voglia dire è poco chiaro, visto che l’inviato di Trump, Witkoff lo ha già incontrato ben 4 volte. Di che cosa hanno parlato sino adesso? Ha fatto un grande effetto vedere i governanti che erano stati in disaccordo con Bergoglio, in gramaglie sul sagrato davanti a quella bara semplice, come aveva voluto Papa Francesco a rimarcare un pontificato lontano dai lussi e dai potenti. Al posto d’onore il presidente argentino Milei che gli aveva dato dell’imbecille, salvo poi chiedergli scusa una volta eletto. Contro le deportazioni di migranti illegali decise da Trump si era scagliato Papa Francesco. “Essere illegali non significa essere dei criminali”. Non hanno rinunciato ad essere presenti, sarebbe stato imbarazzante per il loro elettorato cattolico non presenziare ai funerali del Papa. Nell’omelia funebre il cardinal Re ha ricordato l’eredità di papa Bergoglio, ripercorrendo le tappe principali del suo pontificato da quel primo viaggio a Lampedusa ai tanti viaggi nelle periferie del mondo, al confine tra Messico e Stati Uniti, agli appelli contro il riarmo e contro la guerra, che è sempre una sconfitta, amava dire.Cosa avranno provato ieri quegli uomini e quelle donne che sono accorsi in Vaticano a rendere omaggio alla sua salma, ma che non paiono ispirati dai precetti del Vangelo, posato sulla bara e sfogliato dal vento? Ce l’hanno una coscienza? Papa Bergoglio riposa ora nella Basilica di Santa Maria Maggiore, mentre tra qualche giorno si aprirà il Conclave. Tocca ai cardinali decidere sulla sua eredità, se girare pagina e tornare indietro al passato, o continuare sul cammino intrapreso da Franciscus.
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