Carlo Bartoli, presidente dell’ordine dei giornalisti, commenta per Articolo 21 l’esito delle recenti elezioni, che hanno visto la conferma della lista Controcorrente, ribadendo così la necessità di un giornalismo libero, indipendente e critico verso ogni potere. Alla vigilia di un 25 aprile speciale, tuttavia, i problemi da affrontare rimangono molti: precariato, editori impuri, querele temerarie, eccessiva vicinanza dei media all’esecutivo, crisi del servizio pubblico e mancanza di risorse. Senza contare i rischi connessi all’entrata in vigore del Media Freedom Act, il prossimo 8 agosto, che di fatto, a meno di miracoli, porrà fuori legge l’Italia. È il retaggio della riforma Renzi del 2015, la quale prevede che l’amministratore delegato della RAI sia deciso direttamente dal governo, sancendo un controllo inaccettabile della politica sull’informazione. Una catena che dev’essere spezzata, al di là del fatto che ora se ne stia avvantaggiando Meloni, in nome di un principio che da queste parti abbiamo ribadito chiunque fosse l’inquilino di Palazzo Chigi: il dovere dei giornalisti di informare e il diritto dei cittadini di essere informati. Con meno di questo, la democrazia può esistere sulla carta ma non più di fatto.
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