“Distruggere Assange per farla finita con la libertà di informazione”

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Un folto, appassionato pubblico ha partecipato sabato mattina, 20 gennaio, all’incontro parmigiano con la giornalista e scrittrice Sara Chessa,autrice del libro-diario “DISTRUGGERE ASSANGE -per farla finita con la libertà di informazione”, Castelvecchi ed.,  251 pagine 20 €.

Sara Chessa, giornalista italiana, vive a Londra dove collabora con molte testate internazionali ; ha seguito e vissuto in prima persona, sia da giornalista che da attivista, la vicenda di Assange, ha incontrato, conosciuto, intervistato il padre, John Shipton.

Il punto di vista di Chessa è informato e ben documentato che ha suscitato l’attenzione dei tanti e delle tante presenti nella Sala della Giovanna del complesso di San Paolo, in vicolo delle Assi, 5, incontro organizzato da Donne in nero Parma con Casa della pace e con il supporto di Vincenzo Vita di Articolo 21.

Chi è Assange? Cosa ha fatto? Perché rischia 175 anni di carcere? Quante violazioni di diritti ha subito Assange, prima negli anni di asilo politico presso l’Ambasciata dell’Equador a Londra e poi, dall’arresto del 2019, durante la detenzione londinese? E perché è importante una mobilitazione in vista del 20 e 21 febbraio quando si terrà un’udienza pubblica all’alta corte del Regno Unito?

Su questi temi ha fatto luce l’intervento di Sara Chessa in dialogo con la giornalista Mara Pedrabissi e dopo un’introduzione di Tilla Pugnetti a nome delle associazioni pacifiste organizzatrici e dell’assessora alla Pace del Comune di Parma D’aria Jacopozzi che ha seguito tutta la mattinata.

Chessa ha così spiegato perché la vicenda ASSANGE non riguarda un singolo ma riguarda tutta la comunità degli uomini e delle donne, citando Nils Meltzer (Onu) “in gioco non ci sono solo i diritti personali di Assange ma niente di meno che la capacità della stampa in quanto “Quarto potere” di informare e responsabilizzare il popolo e quindi di garantire il controllo democratico dei governi “.

L’incontro ha offerto anche l’occasione per ricordare la vicenda dell’italiana Ilaria Salis, in carcere in Ungheria. Proprio nei giorni scorsi il padre di Ilaria, ospite nel programma di Corrado Formigli, “Piazza PULITA” su La7, aveva ripercorso le tappe di questa dolorosa vicenda chiedendo l’intervento dello Stato italiano. Sul caso è mobilitata anche l’associazione Articolo 21 (sul sito è possibile firmare l’appello per riportarla in Italia).


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