Caos e un detenuto morto d’infarto al Mammagialla. Cosa sta succedendo nelle carceri italiane?

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Cosa sta succedendo nelle carceri italiane? Il sovraffollamento è un dato, purtroppo acclarato da tempo e i numerosi suicidi, tentativi di suicidio e violenze all’interno di molti istituti di reclusione stanno facendo emergere una realtà forse ancora più grave di quella che si conosceva. L’ultima storia di cronaca arriva dal Mammagialla di Viterbo dove in pochi giorni una sequenza di fatti gravissimi ha dimostrato come tutto ciò che si promette fuori dal carcere non coincide con la realtà. Un detenuto è morto a seguito di un malore e nelle stesse ore un altro è stato salvato dal tentativo di suicidio  mentre in un’ala del carcere si è registrato un inizio di rivolta. L’Ansa riporta che i è reso necessario chiedere l’ausilio di squadre di supporto alla polizia penitenziaria. La ricostruzione dei fatti è contenuta anche in una nota del sindacato Uspp Lazio. Nella casa circondariale di Viterbo due detenuti italiani si sarebbero affrontati picchiandosi e uno ha staccato un dito all’altro a morsi; si è reso necessario il trasporto in ospedale dove le condizioni del ferito non sono state giudicate gravi ma ciò che preoccupa è che l’episodio è accaduto nella stessa sezione dove, due giorni fa, circa 50 detenuti per protesta si sono rifiutati di rientrare per la notte nelle loro celle. Stando a quanto riferisce il sindacato Usppil decesso di uno dei detenuti è seguito ad un malore imprevedibile, mentre in altra sezione, sembrerebbe che nell’ora di chiusura delle stanze detentive, verso le ore 19, alcuni detenuti abbiano messo in atto una rivolta minacciando il personale presente e autolesionandosi con taglierini rudimentali, rendendo necessario, per ripristinare l’ordine, l’intervento di personale richiamato urgentemente in sede e sono state necessarie ore per ripristinare l’ordine e la calma solo grazie alla professionalità del personale intervenuto“. Nei giorni scorsi Uspp Lazio aveva rappresentato all’amministrazione penitenziaria “la gravità della situazione in cui versa il carcere viterbese in termini di sovraffollamento, superiore di 230 detenuti, rispetto alla capienza regolamentare e di una carenza di personale superiore alle 100 unità che impedisce un’organizzazione del lavoro in sicurezza e difficoltà nel mantenere l’ordine è il rispetto delle regole penitenziarie“. In questo carcere e nelle altre strutture penitenziarie del Lazio i detenuti in attesa di giudizio sono il 15% e quelli che aspettano una sentenza definitiva sono un altro 15%


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