Incomprensibile la scelta del governo di depauperare il Fondo per le vittime sul lavoro

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Al tempo del secondo Governo Prodi, del quale ero ministro del Lavoro, con la legge finanziaria per il 2007 istituimmo il Fondo per i familiari delle vittime di gravi infortuni. Il Fondo riguarda le vittime di incidenti mortali sul lavoro e permette ai familiari a carico di ricevere un indennizzo una tantum. Indennizzo versato dall’Inail alle famiglie, in attesa del risarcimento stabilito in base alle indagini sull’incidente.

Non c’è bisogno di articolare argomenti particolari a sostegno di una tale misura, la ragionevolezza della quale è ovvia. Non serve retorica su un simile punto. Si potrebbe, semmai, ragionare di quanto di più si possa fare per chi perde una persona cara, un familiare strettissimo, a causa di un evento accaduto sul lavoro.

Serve, invece, porre interrogativi sul perché il Governo, abbia ridimensionato l’importo di tali indennizzi nel decreto ministeriale 75/2023.

Ora, è chiaro l’intento dell’Esecutivo Meloni di intervenire in modo drastico sulla spesa pubblica. In tempi di alta inflazione, di crescita del peso degli interessi sul debito pubblico che grava così pesantemente sul Paese e sui contribuenti, si può dire che sia anche un’intenzione legittima e ragionevole.

Ma ragionevole resta se individua ciò che pesa troppo, male e inutilmente sul Bilancio dello Stato. E come può essere che il risparmio colpisca proprio un indennizzo che è, di per sé, un intervento di emergenza dal forte carattere solidale e umano?

Il taglio sui risarcimenti è pesante. Il decreto stabilisce, infatti, che la quota minima (tipologia A, un superstite) passi dai 6mila euro del 2022 a 4mila; la tipologia B (2 superstiti), dagli 11.400 euro del 2022 a 7.500;  la tipologia C (3 superstiti), dai 16.800 euro del 2022 a 11.000; la massima (tipologia D, più di 3 superstiti) dai 22.400 euro del 2022 a 14.500. Non si tratta, invero, del primo taglio di tali quote nella storia del Fondo. Ma l’ultimo risaliva al 2018. Da allora, le cifre erano sempre, progressivamente, cresciute.

Resta doloroso e incomprensibile apprendere che, nel Paese nel quale non si riesce ad abbattere la “quota 1000” delle vittime annuali sul lavoro, si pensi invece a depauperare proprio quel Fondo.


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