Crotone. Quelle bare allineate al palasport sono la vergogna della politica

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“Grazie Presidente” hanno urlato le persone di Crotone al presidente Mattarella in visita ai sopravvissuti del tragico naufragio sulla costa calabrese e in silenzioso omaggio alle bare di chi non ce l’ha fatta. Lo hanno applaudito e chiesto giustizia e verità sulle responsabilità di una sciagura che ha lasciato scioccati gran parte degli italiani, inorriditi per le parole fuori luogo pronunciate dal ministro dell’interno. Quelle bare allineate al palasport della cittadina calabrese, quei bambini annegati a pochi metri dalla costa, sono la vergogna della politica che ha saputo solo scontrarsi senza trovare soluzioni logiche e umane alla spinosa questione della gestione dei migranti. La politica italiana e quella europea. Quanto sta accadendo in queste ore nello scaricabarile tra Frontex Guardia di Finanzia e Guardia Costiera è la dimostrazione che negli anni sono state costruite regole e cavilli per impedire ciò che è ovvio a tutti quelli che conoscono la legge del mare: le persone vanno salvate se sono in balia delle onde. Come è stato possibile che nessuno abbia capito quanto pericolosa fosse la condizione di quelle persone a bordo di una vecchia imbarcazione in un mare proibitivo per gli stessi mezzi della Guardia di Finanza? Un’inchiesta chiarirà le responsabilità su questa tragedia, ma è evidente che questo sistema non funziona e che altre ne succederanno se non saranno cambiate le regole sul soccorso dei migranti e se non sarà consentito a chi scappa da guerre e dittature di trovare la giusta accoglienza. E’ altrettanto evidente che non possano essere più ministeri, Interni e Trasporti-Infrastrutture con delega su porti e guardia Costiera, a occuparsi dell’emergenza migranti. La presidente Meloni ha scritto all’Europa ponendo giustamente l’urgenza della questione che contrappone da sempre i paesi sovranisti, con i quali ha condiviso posizioni antimigranti, ai paesi che sono il primo approdo di chi vuole raggiungere l’Europa. Se ne parlerà il prossimo 23 Marzo ha rassicurato Michel, ma è improbabile che possa essere trovata una soluzione immediata su una questione che si trascina da anni.

Si intravede intanto una voglia di superare la legge Bossi Fini che ha più di 20 anni. Si guarda ad una regolamentazione dei flussi diversa da quella utilizzata sinora,visto il bisogno delle aziende di manodopera. Ne ha fatto accenno il ministro Lollobrigida aprendo alla possibilità di fare entrare legalmente persone formate nei loro paesi di origine. 500 mila tra uomini e donne il fabbisogno del nostro paese. Sarebbe una buona soluzione, ma serve tempo, mentre le persone continuano a partire in fuga dalla fame dalle guerre dalla siccità. Un flusso inarrestabile, come fermare l’acqua con le mani. In attesa che la politica si metta d’accordo, cerchiamo almeno di soccorrere chi è in un mare in tempesta, per evitare altre morti.


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