La scelta di Clarissa Ward, corrispondente di guerra incinta al 5 mese

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Clarissa Ward la brava corrispondente Cnn sta lavorando  in Ucraina al quinto mese di gravidanza ed è polemica. Penso che nessuno abbia il diritto di giudicare le scelte di Clarissa madre di altri due bambini. È una decisione personale concordata con la sua famiglia. L’unico problema che vedo è che ora la notizia è diventata lei e questo non va mai bene per un giornalista, specie in una zona di guerra. Ricordo quando nel 2001 ero inviata in Afghanistan e un noto conduttore Rai mi dava la linea chiedendomi spesso come stava mio figlio allora undicenne. Lo faceva solo con me e non con i colleghi inviati maschi x sottolineare la mia scelta di madre , sconsiderata per la  sua mente maschilista. Le inviate in zone di guerra erano poche in quegli anni. Oggi è diverso, ma i pregiudizi resistono. Avevo  scelto di andare in una zona di guerra per caso subito dopo gli attacchi alle Torri Gemelle, perché avevo fatti altri viaggi in Afghanistan nei mesi precedenti. Era stato naturale tornarci quando l’attenzione si era spostata su Bin Laden ospitato nel paese dai talebani. Secondo quel conduttore, che faceva dirette con tanti altri inviati Rai, padri, nelle stesse zone di guerra, io  avevo  abbandonato mio  figlio. Ovviamente non era vero. Stavo semplicemente facendo il mio lavoro e non mi sono mai sentita in colpa. Mio figlio era accudito dal padre e dal nonno, due uomini che lo amavano e io ci parlavo con regolarità e serenamente. Quel conduttore è l’immagine del mondo patriarcale  che tuttora ci circonda non solo in Italia, come dimostra la vicenda dell’inviata Cnn al centro di discussioni su che cosa sia giusto fare per una donna incinta. La gravidanza non è una malattia ma un momento di gioia, perché una nuova vita sta venendo al mondo .Alcune donne possono avere dei problemi di salute ed è giusto che si proteggono, ma se una mamma sta bene è solo sua la decisione di continuare a lavorare.Clarissa Ward è un esempio estremo, certo,  ma quello è il lavoro che ama e nessuno la sta obbligando a stare in #Ucraina.. È una sua decisione e va rispettata, non giudicata con la lente del pregiudizio.


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