Roma “kaputt” mundi. L’urbanistica t-urba le nostre vite

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Chissà se Ratzinger mise mai a confronto Roma con la sua ordinatissima Baviera. Immaginiamo un suo gioco di parole: “Roma kaputt mundi”. Proprio in occasione della scomparsa del Papa emerito la città di Roma è esplosa per l’invasione dei turisti. Oltre alla esposizione della salma di Benedetto XVI, ha molto influito al caos la scadenza, del 31dicembre, dei voucher “pre-Covid”. Ma le radici sono lontane. La città di Roma, negli ultimi 80 anni, è stata realizzata in modo mostruoso, purtroppo anche a seguito di un piano regolatore che ha preso il peggio della normativa del 1939, che fu ideata dal fascismo per evitare l’inurbamento delle masse. Creando pure anacronistici insediamenti rurali.

Del resto Andreotti (nella foto col sindaco Darida), vero “dominus” della politica romana, era molto vicino agli ambienti della estrema destra. Fece scalpore nel 1948 l’abbraccio di Arcinazzo, tra il divo Giulio e Graziani, pessimo esponente del fascismo. Analoga volontà di isolamento delle masse ha governato il Piano Regolatore di Roma, ideato da un protetto di Andreotti, l’arch. Piccinato.  Al di fuori delle mura Aureliane la città di Roma è divenuta amorfa, grazie alla evidente volontà di evitare la creazione di luoghi di aggregazione, che potevano indurre il popolo agli scambi di opinioni ed iniziative. Il risultato è una città che è un susseguirsi di palazzine tutte uguali, lungo strade che sembrano non portare a nulla, non integrate da avulse autostrade urbane. Un po’ come la fatua Londra.

Gli andreottiani di Catania diedero incarico allo stesso Piccinato per la realizzazione del Piano Regolatore etneo. Il Piano (tuttora vigente) si fondava su tre follie: La città satellite di Librino, un’autostrada Urbana e decine di Piani particolareggiati. Questi ultimi (piccoli piani regolatori) non andarono mai in porto, creando le basi per l’abusivismo e la speculazione anomala. Per fortuna non si realizzò mai l’autostrada urbana; invece si realizzò Librino, diventato subito il quartiere più problematico di Catania. Anche gli abitanti di Librino si muovono in auto, facendo raggiungere l’enorme numero di 60.000  veicoli al giorno, di pendolari, in una città di 300.000 residenti (Librino compreso). Se a Roma e Catania si vive male è anche colpa di una pessima urbanistica post fascista.


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