Se il governo di Assad è delegato a esporre all’Unesco come curare i bambini

0 0
Nelle ore in cui il Qatargate scuote l’Italia e l’Europa intera, viene da domandarsi come mai abbia scosso solo una collega l’idea che al simposio internazionale promosso dall’Unesco in Uzbekistan, con la partecipazione di 1500 delegati da tutto il mondo, relativo a un tema importantissimo come “la cura e l’istruzione della prima infanzia”  -WCECCE- i Paesi del gruppo 5b, cioè i paesi arabi, abbiano eletto la Siria di Bashar al-Assad quale loro rappresentante. La scelta fa parte di una sapiente regia: recuperare il regime siriano attraverso piccoli passi, piccoli gesti che ne legittimo il reingresso nella comunità internazionale senza dare nell’occhio. Tutto sommato, a chi interessa chi partecipa a una conferenza dell’Unesco? Ma intanto un altro tassello nell’operazione di riavvicinamento è andato a posto.
L’Unesco, L’Organizzazione delle Nazioni Unite per l’Educazione, la Scienza e la Cultura, intendeva con questo simposio mondiale “riaffermare il diritto di ogni bambino ad una cura e un’istruzione precoce e di qualità dalla nascita agli 8 anni. Mobilitare ulteriormente gli Stati membri e la comunità per sviluppare politiche e programmi inclusivi e basati sui diritti”. Il governo  responsabile della strage chimica della Ghouta, che ha ucciso molti bambini, il governo che ha preso d’assedio per mesi e a volte anni interi campi profughi, dove i minori sono da sempre numerosissimi, è stato designato dai regimi arabi a rappresentarli al prestigioso simposio. Si può presumere che il Qatar, così attento ai diritti umani dei lavoratori, abbia aderito all’iniziativa di designare un governo-fratello così sensibile ai diritti dell’infanzia. Non vedo perché non avrebbe dovuto farlo.
Ma è il fatto che l’Unesco non abbia trovato nulla da ridire a risultare interessante. Forse i gruppi di Stati interni all’Unesco sono “sovrani”, nessuno può eccepire sulle loro scelte. Probabilmente sarà così. Ma allora perché organizzare questi inutili simposi internazionali? L’idea che tra chi avrebbe aiutato il Qatar a fronte delle sue condotte a carico dei lavoratori immigrati ci sia chi si adopera per i diritti dei lavoratori sorprende molti. Ma che l’Unesco ascolti un esponente del regime di Bashar al-Assad sulla tutela e cura dell’infanzia non ci dice nulla? A cosa serve l’Onu? A cosa servono le sue agenzie? Non è giunta l’ora di chiederselo veramente?
Nel darne la notizia su “Strumenti politici”, la collega Marina Pupella ci informa che è stato il medico veterinario titolare del dicastero dell’istruzione a partecipare ai lavori. Ecco, è stato forse questo l’unico segnale d’onestà, il riconoscimento implicito di come vengano curati i bambini in Siria.

Iscriviti alla Newsletter di Articolo21