Inaugurata la lapide che ricorda giornalisti e tipografi ebrei romani “cancellati”. D’Ubaldo: non dimenticare gli orrori del passato

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“Questa lapide aiuta a non dimenticare orrori di un passato doloroso”. Così il presidente dell’Ordine dei giornalisti del Lazio, Guido D’Ubaldo, ha spiegato il senso della lastra di pietra, inaugurata nella sede dell’Odg a Roma, con su incisi i nomi dei 35 giornalisti e tipografi ebrei romani che per le leggi razziali furono cancellati dall’ordine professionale, non potendo più svolgere l’attività giornalistica. “La persecuzione delle leggi razziali fu particolarmente violenta e crudele – ha osservato D’Ubaldo -. Le storie personali e il sacrificio di molti di questi giornalisti e tipografi coincidono con il periodo più nero della nostra storia e della libertà di espressione e di stampa nel nostro Paese. Con la lapide a loro dedicata intendiamo svolgere un’azione di informazione soprattutto rivolta ai giovani, per trasmettere loro un messaggio di impegno permanente contro discriminazioni, razzismo, antisemitismo. Fenomeni rispetto ai quali non si può abbassare la guardia e che purtroppo, in alcuni casi, vediamo riaffiorare”. Un ricordo dovuto, necessario per ciò che è accaduto in passato e per ciò che ancora oggi accade in molti, troppi, Paesi, dal Messico all’Iran, Afghanistan, Turchia Russia.


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