Voto a Grenada: l’eredità di Bishop riuscirà a resistere al Nuovo che avanza?

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Dickon Mitchell, leader NDC (National Democratic Congress) è il nuovo presidente di Grenada: avvocato, 44 anni, interrompe 23 anni di potere del partito rivale NNP (New National Party) guidato dal suo omonimo Keith Mitchell, che aveva “ereditato” la leadership da suo padre, con l’eccezione del quinquennio 2008-2013 governato da NDC. Il voto è stato ripartito tra 51.81% Ndc, 47.79% Nnp per 60.000 votanti su 114.000 abitanti dell’isola, circa il 75% degli aventi diritto, percentuale impensabile non solo per l’Europa ma anche per il continente americano.

La gente ha espresso la voglia di rinnovamento, soprattutto da parte di un ceto medio (al quale Dickon appartiene) che vuole contare di più, anche se la campagna elettorale del novello presidente è stata incentrata sul miglioramento delle condizioni dei più disagiati, del sistema sanitario e abitativo.

Grenada è ancora l’unico protettorato inglese a mantenere un assetto politico incentrato sullo Stato in tutti i settori sociali, con un welfare sopravvissuto all’invasione USA.

Istruzione e consulenza medica sono gratuite (si pagano però gli interventi chirurgici anche nell’ospedale pubblico) e l’housing popolare, in partnership con la Cina, consente affitti ad equo canone e gratuiti per i più poveri.

Accordo già vigente durante il passato governo, realizzato però a La Sagesse, nella provincia di St David, circoscrizione chiave di Dickon Mitchell, che qui ha la sede del suo partito.

Nonostante il nepotismo che ha caratterizzato per oltre un ventennio il partito uscente, non va però dimenticato che lo stato sociale prima descritto non è mai venuto meno, anche se manca un adeguamento salariale dal 2007 ma non le opere pubbliche, incentrate nel rifacimento completo dell’intero manto stradale dell’isola, iniziato nel 2020 e ultimato quest’anno.

Il settore privato non ha mai intaccato l’accesso libero alle spiagge pubbliche, che invece in nazioni come la Giamaica non esistono quasi più e quelle poche rimaste sono in condizioni pietose.

Il nocciolo della questione è tutto qui: se l’ansia del rinnovamento consentirà o meno anche a Grenada la deregulation selvaggia che ha devastato i servizi pubblici nei Caraibi classici, così come in America Latina.

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A tal riguardo, l’isola condivide con Cuba un futuro incerto, per aver rifiutato a suo tempo i dogmi del Sogno Americano.

Difatti, se la prima è afflitta da un embargo cronico, Grenada ha dovuto subire negli anni ’80 l’invasione statunitense che ha reso diffidente la gente nei confronti dello straniero, penalizzando quindi il turismo, i cui benefici hanno inciso di meno sullo sviluppo del Paese rispetto al resto dei Caraibi.

Composta da un’isola grande e due minori, Carriacou e Petit Martinique, offre spiagge superbe e oasi naturali alternate a foreste pluviali interne e zone semi-aride sulla costa Nord Est.

Soprannominata Spice Island per le sue produzioni piû importanti di cacao amaro e noce moscata – export n°1 – di cui detiene il primato regionale.

Rivoluzione perduta

Malgrado la sproporzione delle dimensioni – Cuba misura 110.860 Kmq. Grenada 344 – il percorso rivoluzionario dei due paesi è similare: se Castro e Guevara con i loro barbudos avevano creato El Movimento 26 de Julio distaccato dai comunisti locali con i quali erano in aperto contrasto, Maurice Bishop – avvocato come Fidel e Dickon – dopo essere stato leader dell’opposizione al timone del suo New Jewel Movement, piccolo partito leninista, nel 1979 rovesciò il governo corrotto di Eric Gary dopo una rivolta popolare, evitando però gli spargimenti di sangue cubani.

Con l’appoggio di Cuba, costruì poi l’aeroporto internazionale che nel 2009 venne ribattezzato con il suo nome,

https://en.m.wikipedia.org/wiki/Maurice_Bishop. dando corso a una serie di riforme basate sulla casa per tutti, oltre a sanità e istruzione completamente gratuite.

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Ma le rivalità sulla leadership non tardarono ad affiorare, e il PRA (People Revolutionary Army), fondato per garantire la difesa della rivoluzione, si ribellò e Bishop dopo vari combattimenti venne arrestato e fucilato nel 1983.

Il suo corpo fu poi mutilato e depredato.

La morte di Bishop scatenò la furia dei suoi sostenitori finché Giamaica – che allora aveva come premier Edward Seaga, storico alleato USA – e Barbados richiesero l’intervento americano.

A Reagan non parve vero di avere la scusante ufficiale di essere stato chiamato per sedare una possibile guerra civile e ordinò di invadere Grenada.

In realtà gli Stati Uniti miravano a prendere il controllo dell’aeroporto, che Reagan riteneva fosse utilizzato come pista di atterraggio dai bombardieri Aeroflot, che vantava i modelli più recenti dell’aviazione sovietica.

La Guerra Fredda ancora teneva banco.

Ma soprattutto non poteva essere tollerata un’altra Cuba nel cuore del Commonwealth Realm, che riunisce i Caraibi anglofoni tuttora subordinati alla Regina come Capo di Stato, nonostante la cosiddetta indipendenza concessa anche a Grenada nel 1974.

Ci furono all’inizio degli scontri cruenti dove rimasero uccisi 19 marines e 116 feriti, mentre sul fronte opposto caddero 45 soldati grenadiani e 25 cubani, con circa 500 feriti. Alla fine le forze preponderanti degli invasori ebbero la meglio, appoggiati oltretutto da due contingenti dell’esercito giamaicano.

Nel conflitto a fuoco morirono anche una ventina di pazienti dell’ospedale psichiatrico vicino all’aeroporto.

https://en.m.wikipedia.org/wiki/United_States_invasion_of_Grenada

The Green Party

Avvocato di successo, tanto da dirigere lo studio legale più importante di St George’s la capitale, dove era entrato da tirocinante solo pochi anni prima, Dickon Mitchell è quindi il nuovo presidente di Grenada, dopo essersi opposto al dominio incontrastato della dinastia al comando per oltre vent’anni.

Let’s move Grenada forward” il suo slogan elettorale. Andiamo avanti.

I suoi omonimi avversari, Mitchell padre prima, e successivamente Keith figlio, dirigenti del Nnp erano al potere dal 1995. Sotto i Verdi, colore dei governativi, il salario minimo è rimasto fermo a EC$ 4.50 orari (1.6 dollari) dal 2007, ma con un costo della vita triplicato da allora.

Se si quantificano tutti i benefits dello Stato sociale ereditato da Bishop – cioè salario più casa, scuola e trasporti – i dislivelli di reddito appaiono evidenti: da 570 a 2240 dollari mensili per una famiglia standard di 4-5 persone (parliamo del 75% della popolazione) a fronte di una esigua minoranza che può contare su 10.000 dollari complessivi.

http://www.salaryexplorer.com/salary-survey.php?loc=86&loctype=1

Per far soldi,The Green Party vendeva agli stranieri la cittadinanza, partendo da un minimo di 150.000 dollari senza guardare troppo per il sottile, rilasciando anche permessi di costruzione su aree che dovrebbero essere tutelate da vincoli ambientali.

Sesto Senso o senza senso?

Il faraonico resort Six Senses – in costruzione sul monte che fronteggia La Sagesse, una delle oasi naturali più esclusive di Grenada – sarà ultimato a fine 2022, non importa chi dei due Mitchell ha vinto le elezioni.

Anche con Dickon l’inaugurazione del resort, pianificata per fine anno, si terrà comunque.

NH International (Caribbean) Ltd é il colosso di Trinidad e Tobago che sta costruendo la struttura, avvalendosi dei finanziamenti di investitori venezuelani e dell’appoggio pieno del governo uscente basato sull’alleanza con il Venezuela, che dopo la morte di Bishop ha fatto parte della sua eredità politica.

Trinidad, in virtù dei prestiti concessi nonché dei benefici derivanti dallo scalo obbligato della compagnia di bandiera Caribbean Airlines sui voli A/R che partono per Grenada dalla Giamaica, Antigua, Barbados, Dominica, St Maarten e Guyana, detiene la leadership di questa joint venture.

https://www.nowgrenada.com/2020/09/trinidad-construction-company-to-build-six-senses-hotel/

Conclusioni

Grenada ha usufruito meno del turismo occidentale che ha invece arricchito il ceto medio-alto dei Caraibi classici.

L’incognita dello sviluppo è legata allo sfruttamento delle sue risorse che rischia di lasciare indietro i più deboli come già successo in Giamaica, Repubblica Dominicana e nella stessa Cuba.

Il nuovo presidente sostiene di essere dalla parte dei poveri ma non ha comunicato ancora un programma che lo dimostri. D’altra parte non va dimenticato che per 5 anni il suo partito ha governato, ma il salario minimo è rimasto tale.

Per cui non sembra essere al momento un redivivo Maurice Bishop tornato in terra a rappresentare i loro interessi.

Staremo a vedere.

(Testi e foto credit © F.Bacchetta)

Ripresa da: https://www.ilfattoquotidiano.it/2022/06/21/grenada-alla-vigilia-del-voto-lisola-condivide-con-cuba-un-futuro-incerto/6628977/


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